“Sarebbe una grave sconfitta per tutti se ‘Casa Felicia‘ (un casolare confiscato alla famiglia Badalamenti, trasformato in centro socio-culturale e intitolato alla mamma di Peppino Impastato) fosse restituito al figlio del boss mafioso. Sarebbe uno schiaffo alla memoria di Peppino e a tutte le battaglie di legalità e di antimafia sociale portate avanti da Casa Felicia” . Lo affermano, in una nota, i parlamentari M5S della Commissione Antimafia.

Il paradosso per un errore burocratico

“Un errore materiale nella procedura di acquisizione dell’ANBSC (Agenzia Nazionale dei Beni Sequestrati Confiscati) – ricordano i grillini – porterebbe a questo risultato che, ripetiamo, sarebbe disastroso. Non vogliamo puntare il dito contro nessuno, non sarebbe giusto, ma si susseguono piccoli o grandi fatti che, sembra, abbiano un unico filo conduttore: un grave calo nel contrasto alle mafie, nella tensione che ha animato anni di dure lotte e di rinascita”.

A giudizio dei parlamentari “restituire ai Badalamenti un simbolo di legalità e di antimafia, per un errore burocratico, sarebbe una ferita dolorosissima e una sconfitta per tutti coloro che hanno creduto alle battaglie di Impastato e a una Sicilia e un Paese libero dalle mafie. Ci aspettiamo uno scatto di orgoglio che ci porti a dire: Casa Felicia è un bene di tutti, non della famiglia Badalamenti. I valori democratici e di legalità – concludono – non possono essere scalfiti o messi in dubbio da un errore burocratico”.

Casa Felicia

Casa Felicia

La protesta delle Associazioni

“Dare a Leonardo Badalamenti, figlio di Don Tano, le chiavi di Casa Felicia, sarebbe una grande sconfitta per Cinisi, per le giovani generazioni e per chi ha sacrificato la vita nella lotta alla mafia”. Lo hanno scritto ieri in una nota l’Associazione Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato e il Centro Impastato – No mafia memorial.

Da rudere quale era, fu ristrutturata con quasi 400mila euro di fondi europei ottenuti attraverso il Gal Castellammare del Golfo. Adesso, dopo più di dieci anni, la confisca è stata revocata.

“Se c’è stato un “errore” vogliamo capire chi ne ha la responsabilità, anche perché questo ha determinato la spesa di molti soldi pubblici per una ristrutturazione che andrebbe a beneficio di Leonardo Badalamenti. Tutto ciò ci sembra un pessimo segnale da parte delle Istituzioni”.

Comune di Cinisi pronti a pagare equo indennizzo

Abbiamo affrontato il tema anche noi di BlogSicilia in una puntata di Casa Minutella. Per il sindaco di Cinisi, Giangiacomo Palazzolo, il finale della storia di Casa Felicia è già scritto. ” Metto un punto fermo su questa vicenda, a prescindere dalla legittimità di richiesta di Leonardo Badalamenti. C’è una norma di legge che dice che il Comune può ottenere il bene confiscato pagando un indennizzo. Il comune si avvarrà di questa norma di legge,  quindi la conclusione è già scritta. Casa Felicia rimarrà, quel casolare più non tornerà più a Badalamenti”

“Siamo in uno stato di diritto -spiega Palazzolo – il Comune di Cinisi, intanto, sta approfondendo attraverso il proprio legale se intraprendere azioni a sostegno per contestare questa sentenza a favore di Badalamenti a suo favore o se invece avviare una procedura per riconoscere un equo indennizzo. Il casolare, comunque, rimane al Comune di Cinisi”.

 

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