“Non li reputo credibili perchè vengono fatti su persone che non sono partite dagli stessi blocchi di partenza. Si diverta chiunque a farli, i numeri che stanno uscendo sono troppi diversi e dimostrano appunto la poca attendibilità. I veri sondaggi saranno quelli che saranno realizzati venti giorni prima del voto”. Così l’ex sottosegretario ai Trasporti Simona Vicari, in quota Ap,  in un’intervista a Blog Sicilia entra nel vivo del dibattito politico sulle regionali del prossimo 5 novembre.  E lo fa affrontando quello che è il tema di queste  ultime ore determinato dalla guerra dei sondaggi: istituti diverse che registrano orientamenti diversi, in alcuni casi opposti, che rendono il clima elettorale quanto mai incandescente.

La Vicari che è in campo a sostegno del candidato Micari con Alternativa Popolare con un ruolo non subalterno visto il via libera al ticket con Giovanni La Via ammette il ritardo a cui si è arrivata alla convergenza sulla candidatura: “E’ partito abbastanza in ritardo rispetto agli altri ma è assolutamente compatibile con i tempi della campagna elettorale” ma rivendica il ruolo del suo partito e l’appoggio maturato in linea di continuità con quanto avvenuto alle scorse amministrative a Palermo e con un occhio a Roma, al contesto politico nazionale.

“La nostra è stata una scelta coerente con quello che avevamo messo in piedi sostenendo la sindacatura di Leoluca Orlando e anche di coerenza con alcune scelte a livello di politica nazionale – tiene a sottolineare la senatrice -. A Micari si accoppia uno dei nostri ‘cavalli di razza più belli’ che è l’europarlamentare Giovanni La Via, che era in procinto di essere candidato lui se ci fossero state le convergenze che ci hanno anche fatto perdere un po’ di tempo . L’esperienza di Giovanni e quel che ha fatto per la Sicilia è messo a disposizione del nostro candidato. Questo è il vero ticket di novità: Micari che è nuovo alla politica ma ha esperienza di gestione e La Via che  è una gran persona per bene ed ha fatto tantissimo per i nostri territori. Questo duo si pone come occasione di cambiamento e  penso che possa convincere i siciliani”.

Ma ecco che i nodi vengono al pettine e si passa alle ‘dolenti’ note e alle fronde che si sono create all’interno di Ap, quest’estate, proprio sul tema della scelta delle candidature.

“Il clima di spaccatura che si è registrato all’interno di Alternativa Popolare non si è verificato come qualcuno ha voluto fare intendere sul tema dei valori – ha aggiunto -. Basti guardare alle dimissioni di Vermiglio arrivate soltanto da pochissimo nonostante fosse arrivata l’indicazione di Alfano prima dell’estate a lasciare la giunta Crocetta. L’assessore tecnico guidato da questi parlamentari regionali che poi sono andati via è restato fino all’ultimo. La giustificazione che tornano verso i valori del centrodestra è falsa, è una bugia e non bisogna raccontarla agli elettori – precisa con una nota polemica -. La verità è che il numero dei parlamentari regionali viene ridotto da novanta a settanta, il sistema elettorale è più rigido ed i numeri per un partito piccolino come il nostro si riducono. Questo li ha fatti terrorizzare e si sono andati a cercare un’altra casa a sessanta giorni dalle elezioni per avere maggiori certezze di sopravvivenza. Da un lato lo posso considerare legittimo solo se se non si accusano gli altri dicendo cose non vere, comunque non so se gli elettori premieranno queste scelte”.