Nell’inchiesta che ha portato agli arresti di 9 affiliati del clan delle famiglie dello Sperone e di Brancaccio spunta il nome di Giancarlo Romano, il giovane di 37 anni ucciso la sera del 26 febbraio a Palermo e per cui sono indagati Camillo Mira, suo figlio Antonio Mira e Alessio Salvo Caruso, quest’ultimo finito in quest’inchiesta e ricoverato in ospedale in gravi condizioni.

Secondo le indagini della squadra mobile Giancarlo Romano aveva trattato con Giuseppe Arduino e Vincenzo Vella, anche loro finiti in carcere nel corso di questa operazione, attività estorsive, la gestione delle piazza di spaccio, ma anche l’acquisto di armi e munizioni.

Ucciso il giovane reggente

Secondo gli investigatori Romano nonostante i suoi 37 anni svolgeva le funzioni di reggente delle famiglie di Corso dei Mille. Ad esempio i tre avevano più volte discusso in merito ad un estorsione di cinque o diecimila euro che riguardava l’acquisto di un capannone nella zona industriale di Brancaccio e all’affittuario di un nuovo terreno in corso dei Mille da destinare a parcheggio.

I tre intercettati discutevano di un regalo dai cinque ai diecimila euro per chiudere l’affare e potere iniziare l’attività. Nel caso del parcheggio avrebbero anche chiesto un posto di lavoro.

“Questa accelerazione investigativa e giudiziaria è anche, certamente, il frutto del recente fatto di sangue avvenuto nel mandamento di Brancaccio, mi riferisco ai fatti avvenuti il 26 febbraio costato la vita a Giancarlo Romano e al grave ferimento di Alessio Salvo Caruso”. Così il capo della Squadra Mobile della questura di Palermo, Marco Basile, incontrando i giornalisti dopo il blitz antimafia di stanotte nel mandamento mafioso di Brancaccio,. Inseguito all’ordinanza di custodia cautelare in carcere disposta dal gip di Palermo su richiesta della Dda di Palermo, coordinata da Maurizio De Lucia.

Quindici estorsioni

“Agli indagati sono contestati una quindicina di episodi estorsivi – ha spiegato Basile – ai danni di esercizi commerciali attraverso la tecnica definita ‘a tenaglia’, cioè forme di richiesta del pizzo estese dall’hotel fino ai piccoli e medi esercenti e anche piccoli ambulanti. E’ inoltre stata ricostruita la gestione nel traffico degli stupefacenti, sia per quanto riguarda l’approvvigionamento sia nella richiesta del cosiddetto mensile per la gestione della piazza di spaccio ad altri soggetti”.

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