L’inchiesta antimafia intreccia quella sull’omicidio della scorsa settimana allo Sperone e costringe gli inquirenti ad accelerare provvedimenti ancora in preparazione temendo ritorsioni ed una vera e propria guerra

Il delitto dello scorso 26 febbraio allo Sperone sarebbe scaturito da un debito di 2 mila e 500 euro attorno alle scommesse clandestine raccolte in un magazzino in via XXVII maggio a Palermo.

L’intreccio delle inchieste

Nell’inchiesta che ha portato ai nove arresti della squadra mobile emerge il coinvolgimento di Giuseppe Arduino e Vincenzo Vella nella gestione del gioco e delle scommesse insieme anche a Giancarlo Romano, l’uomo ucciso lunedì scorso durante una sparatoria. Secondo le indagini condotte dalla squadra mobile gli indagati hanno cercato di imporre sul territorio i circuiti di gioco d’azzardo on line a loro riferibili. Tanto che Vella, Arduino e Romano convocavano chi raccoglie le scommesse e non invitavano a non usare i pannelli di Mira.

Anzi lo stesso Mira doveva togliere quelli suoi e mettere quelli forniti dall’organizzazione che faceva capo ad Arduino, Vella e Caruso. Ed è proprio con i Mira che lo scorso lunedì è nato lo scontro che ha provocato prima l’aggressione nel magazzino di via XVII Maggio da parte di Alessio Salvo Caruso, poi la reazione da parte di Camillo Mira e del figlio Antonio e infine il conflitto a fuoco nel quale Giancarlo Romano è stato ucciso e Alessio Salvo Caruso gravemente ferito proprio da Camillo Mira, come lui stesso ha raccontato al giudice.

La vittima

Spunta anche il nome di Giancarlo Romano, il giovane di 37 anni ucciso la sera del 26 febbraio a Palermo e per cui sono indagati Camillo Mira, suo figlio Antonio Mira e Alessio Salvo Caruso, quest’ultimo finito in quest’inchiesta e ricoverato in ospedale in gravi condizioni.

Secondo le indagini della squadra mobile Giancarlo Romano aveva trattato con Giuseppe Arduino e Vincenzo Vella, anche loro finiti in carcere nel corso di questa operazione, attività estorsive, la gestione delle piazza di spaccio, ma anche l’acquisto di armi e munizioni.

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