“Esprimiamo apprezzamento per l’approvazione in I Commissione all’ARS della norma che consente il terzo mandato per i sindaci dei comuni con popolazione fino a 15.000 abitanti”. Hanno dichiarato Leoluca Orlando e Mario Emanuele Alvano, presidente e segretario generale dell’ANCI Sicilia.

La proposta dei sindaci siciliani

“Si tratta di una proposta che come ANCI Sicilia abbiamo avanzato ponendo il presupposto che tali limitazioni non appaiono giustificate in quanto non trovano corrispondenza in altre cariche istituzionali”, dicono i sindaci dopo la decisione in I Commissione Affari Istituzionali Ars.

Plauso all’assessore Marco Zambuto

“Apprezziamo la posizione assunta dalle diverse forze politiche presenti in Commissione e il fatto che il Governo regionale, per il tramite dell’assessore Zambuto, abbia espresso parere favorevole. Ci auguriamo adesso che l’Aula – aggiungono Orlando e Alvano – possa esprimersi prontamente con un consenso ampio e trasversale affinché la norma possa trovare applicazione fin dalle prossime elezioni amministrative”.

M5S all’Ars contrario

“Siamo contrari alla norma che consente il terzo mandato per i sindaci nei Comuni siciliani fino a 15.000 abitanti. C’è l’altissimo rischio che venga impugnata dal Consiglio dei ministri, perché a livello nazionale il limite è di 3.000 abitanti, la Sicilia aveva già varato una deroga elevando questo limite a 5.000 abitanti e portarlo adesso a 15.000 è decisamente troppo. Nella nostra regione i Comuni di tali dimensioni costituiscono più dell’80 per cento del totale. Il vincolo dei due mandati serve proprio a non creare centri di potere nei Comuni e a favorire il ricambio politico e generazionale delle amministrazioni”. Lo dichiarano i deputati regionali del Movimento 5 Stelle, il capogruppo Nuccio Di Paola insieme ai due componenti della commissione Affari istituzionali all’Ars, Gianina Ciancio e Salvatore Siragusa. 

“Il terzo mandato era già un’eccezione – osservano i deputati – da applicare in quei Comuni in cui la ridotta popolazione non agevola il ricambio politico. Se, però, l’eccezione si estende alla stragrande maggioranza dei Comuni della Sicilia, diventa una regola e si discosta ulteriormente dalla norma nazionale, esponendosi chiaramente al rischio di un’impugnativa da parte del governo nazionale. La proposta rappresenta la soluzione sbagliata a un problema che effettivamente esiste: la disaffezione dei cittadini verso la politica. Sempre meno cittadini sono disponibili a candidarsi e a proporsi per le cariche istituzionali, ma questo problema non riguarda certamente solo i Comuni fino a 15.000 abitanti, ma tutti gli enti, e va affrontato diversamente. Non è certo consentendo sempre agli stessi di ricandidarsi che si supera l’ostacolo”, concludono Di Paola, Ciancio e Siragusa.

Adeguata la norma a quella nazionale

Il mese scorso il presidente dell’Anci Sicilia era intervenuto proprio sulla questione del terzo mandato per i sindaci: “Ribadiamo la richiesta di un pieno e tempestivo adeguamento della normativa regionale a quella nazionale in merito all’indennità per i sindaci (art.1 della legge 30 dicembre 2021, n. 234 – legge di bilancio 2022) e sul terzo mandato per i comuni fino a 15 mila abitanti. A livello nazionale la norma sul terzo mandato ha già passato il vaglio di un ramo del Parlamento con approvazione della disposizione alla Camera dei deputati. Si tratta adesso di intervenire immediatamente per evitare di fare un passo indietro rispetto alla normativa nazionale”.

E in merito alle indennità per i sindaci, l’Anci Sicilia precisava che “Si continua a realizzare una gravissima e ingiustificata discriminazione a danno degli amministratori degli enti locali dell’Isola. In più, bisogna ricordare che l’adeguamento delle indennità dovrà riguardare anche vice sindaci, assessori e presidenti dei Consigli comunali”.

 

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