Ancora una fumata nera sul fronte collegato alla Finanziaria. Anche oggi il disegno di legge “figlio” della legge di stabilità non è stato votato per mancanza dei componenti della maggioranza che ha preferito rinviare i lavori a martedì prossimo.
Dopo il lungo dibattito sulle polemiche legate all’uscita dall’aula dei deputati del M5S in occasione della seduta di ieri con il presidente della Repubblica di Malta, il presidente di turno Roberto Di Mauro ha riunito la conferenza dei capigruppo per fare il punto sull’andamento dei lavori: al rientro in aula è stata comunicata la decisione di rinviare la seduta a martedì prossimo. In pratica, ancora una convocazione a vuoto per quel che riguarda l’esame del cosiddetto “collegato”, che contiene le norme escluse dalla finanziaria. Un disegno di legge che, ad un mese e mezzo dall’inserimento all’ordine del giorno, non ha fatto registrare neppure l’avvio dell’esame del primo articolo.
“È il governo del vorrei ma non posso – commenta la capogruppo del M5S Valentina Zafarana. Ancora una volta i lavori dell’Assemblea procedono a ritmi più che fallimentari, lasciando i temi importanti e le esigenze della gente sullo sfondo dei capricci di una maggioranza irresponsabile. Sapevano che se si fosse votato avrebbero corso il rischio di andare sotto, per cui hanno preferito rinviare ancora i lavori, calpestando ancora una volta le aspettative dei siciliani che aspettano ma, a questo punto, non sperano più. Di questo governo infatti c’è ben poco da aspettarsi. Con Crocetta pensavamo di aver visto il peggio, ma al peggio, come dice il proverbio, evidentemente non c’è mai fine”.
Di fatto il collegato alla Finanziaria porta con se tutte (o quasi) le riforme che erano state previste dalla maggioranza Musumeci inzialmente nella finanziaria regionale, poi scorporate per evitare scontri e lunghi dibattiti e garantire, proprio alla finanziaria, un percorso di approvazione che garantisse alla Regione un documento economico-contabile. Ma adesso la legge langue fra rinvii, assenze di deputati, campagne elettorali e sospensioni aggravando sempre di più il già deficitario tabellino di marcia del Parlamento siciliano, uno di meno prolifici della storia della Regione con sole sei leggi approva
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