C’è chi ha percepito 200 euro in meno rispetto a quanto corrisposto dallo Stato nell’era del reddito di cittadinanza. Altri invece non hanno avuto nulla in quanto ritenuti “occupabili”. Un’accezione che in un Sud povero d’opportunità lavorative lascia il tempo che trova. Da venerdì 26 genanio è partita l’aera dell’assegno d’inclusione. Misura di welfare state voluta dal Governo di Giorgia Meloni e che coinvolgerà circa 287.000 famiglie in tutta Italia. Di queste, buona parte risiede al Sud e, in particolare, in Sicilia. Uno stato di necessità fotografato dalle code che si sono registrate nelle filiali di Poste Italiane già a partire dallo scorso weekend. Anche oggi, più di un centinaio gli utenti in coda in diverse agenzie, come quella di piazza Principe di Camporeale, a Palermo. Ed è proprio nel capoluogo siciliano che abbiamo sentito alcuni ex percettori del reddito di cittadinanza per capire come è cambiata la loro vita in seguito all’introduzione dell’assegno d’inclusione.

Dal reddito di cittadinanza all’assegno d’inclusione

Un cambio che è costato caro a diverse famiglie. Come quella di Pasquale D’Amato, cittadino palermitano con a carico una moglie invalida e un figlio in età scolastica. “Rispetto a prima, prendo un contributo inferiore di 230 euro – racconta -. Una diminuzione che pesa moltissimo. Se vai a pagare 400 euro di affitto, le bollette e il mangiare, non arrivi a coprire tutte le spese”. Fatto che ha costretto il signor D’Amato a chiedere aiuto ad alcuni istituti benefici. “Sono costretto ad andare alla Caritas per il sacchetto della spesa o per avere qualche vestito – sottolinea -. A causa del fatto che percepisco i carichi di cura di mia moglie, non posso accedere ai corsi di formazione lavorativa. Quindi, non percepiamo altre forme di aiuto statale”. Un cambiamento che, a giudizio di Pasquale D’Amato, ha provocato disagi. “Questo Governo non è capace di solidarietà sociale e politiche attive del lavoro. E’ stata tolta una misura che andava migliorata (il reddito di cittadinanza n.d.r.). E invece l’hanno sostituita con una misura che ha peggiorato la situazione. Hanno soltanto ridotto la platea ed abbassato gli importi”.

C’è chi è in attesa dell’inizio dei corsi di formazione

C’è chi poi, come Giovanni Pizzo, non ha avuto diritto nemmeno all’assegno d’inclusione. Diplomato in ragioneria, a 57 anni si ritrova senza lavoro. “Fino al 2019 ho fatto il commesso in una tabaccheria di un amico. Poi mi ha dovuto licenziare perchè non riusciva a sostenere più il mio stipendio. Da allora è iniziato un calvario – sottolinea -. Trovare lavoro alla mia età è impossibile“. Fatto che, secondo quanto racconta l’ex percettore del reddito, lo ha condizionato molto. ” Ho dormito per dieci mesi in un box. Mangiavo dai miei parenti. Grazie all’aiuto di un amico che oggi è deceduto, ho avuto in affitto un piccolo monolocale. Poi ho fatto domanda per il reddito di cittadinanza. L’ho percepito per diciotto mesi”. Un aiuto che ha permesso al signor Pizzo di sbarcare il lunario, almeno fino a quando il reddito è rimasto in piedi.

Poi le cose sono cambiate. “Gli ultimi 350 euro li ho percepiti a dicembre per le prime quattro ore d’orientamento per frequentare un corso di formazione lavoro. La casa l’ho pagata dai servizi sociali fino ad agosto 2024. Allo stato attuale, la dovrò lasciare. I corsi non sono partiti. Soldi non ne abbiamo più visti. E anche quando la formazione inizierà, lavoro a Palermo non ce ne sta“. Secondo le regole dell’attuale misura, Giovanni Pizzo non ha avuto diritto nemmeno all’assegno d’inclusione. “Secondo lo Stato, io sono occupabile. Forse in un’altra Regione, la cosa sarebbe vera. Ma in Sicilia non è così. Ho mandato curriculum fino all’altro giorno. Non li aprono neanche. Nell’ultimo mese ho mangiato grazie alla mia ex moglie. Prima ho potuto fare la spesa grazie ad un piccolo fondo che avevo a disposizione. Nel portafoglio ho soltanto sette euro”. Fatto per il quale non nasconde la propria delusione, anche alla luce delle scene che ritraggono gli ex percettori in coda alle poste.  “State creando una guerra fra i poveri. C’è stato un caos bestiale. Per fortuna non sono dovuto andare ad assistere a queste scene. E’ una vergogna”.

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