• Assolti Dario Lo Bosco, Giuseppe Quattrocchi e Salvatore Marranca in Cassazione
  • Erano stati assolti anche in Appello dopo la condanna in primo grado
  • Erano accusati di concussione e induzione indebita a promettere utilità

Definitiva l’assoluzione di Dario Lo Bosco, Giuseppe Quattrocchi e Salvatore Marranca. Il primo è l’ex presidente di Rfi, che era al vertice di Ast, gli altri due funzionari regionali della Forestale. Erano già stati assolti dalla prima sezione della Corte d’appello, dopo una condanna in primo grado.

Assoluzione in Cassazione

Come si legge sul Giornale di Sicilia, ora arriva anche l’assoluzione da parte della Cassazione che ha respinto il ricorso della procura. Arriva dunque la parola fine su un’inchiesta nata con le dichiarazioni dell’imprenditore agrigentino Massimo Campione. Diceva di avere corrotto gli imputati per ottenere appalti e forniture, ma le sue dichiarazioni si sono rivelate alla prova dell’aula, che è sempre l’unica che conta.

Le indagini della Procura

I tre erano accusati a vario titolo di concussione e induzione indebita a promettere utilità. L’inchiesta, coordinata dal pm Claudio Camilleri, ruotava attorno a due distinte vicende che vedono protagonista Campione.
Secondo l’accusa, Lo Bosco avrebbe ricevuto da Campione 58mila 650 euro per spingere Rfi ad acquistare un sensore per il monitoraggio dell’usura delle carrozze ferroviarie affittate a terzi. Quattrocchi e Marranca invece, avrebbero ricevuto complessivamente circa 250mila euro: in cambio avrebbero evitato intoppi nei lavori di ammodernamento della rete di radiocomunicazioni della Forestale che Campione si era aggiudicato, vincendo un appalto di 26 milioni bandito dal Corpo forestale. Anche per la Cassazione però ha giudicato le dichiarazioni di Campione prive di riscontri e in certi casi piene anche di contraddizioni.

L’inchiesta dalle dichiarazioni di un imprenditore

Campione, titolare di una società di costruzioni, fu fermato, nel 2015, dalla polizia con una lista di nomi, con accanto delle cifre: una sorta di libro mastro delle tangenti. L’ imprenditore ha collaborato con gli inquirenti e poi ha chiesto l’affidamento in prova ai servizi sociali, misura che estingue il reato. In questo modo è uscito dal processo che è stato celebrato in abbreviato. Decisivo nel processo il suo atteggiamento ondivago: prima aveva ne gato l’evidenza, poi aveva accusato e ritrattato, tornando poi a confermare le accuse, anche se in parte, nel corso di un confronto con Lo Bosco.