In sciopero da oggi e sino a mercoledì prossimo gli Asu in servizio negli enti pubblici e privati della Sicilia. All’incirca 5 mila unità di personale, gestito dalla Regione, che rischiano di mettere in ginocchio alcuni uffici soprattutto dei Comuni siciliani. Proprio da questa mattina è previsto che l’Ars riprenda l’esame della legge finanziaria: “E’ inaccettabile – attaccano i sindaci di Ugl, Ale Ugl, Cobas-Codir, Confintesa e Usb – che la legge finanziaria in questi giorni in discussione all’Ars non preveda nessuna iniziativa per i lavoratori Asu siciliani”.
Quei soldi stornati
A non essere andato giù alle organizzazioni di categoria il fatto che con la finanziaria dello scorso anno erano destinati per l’anno 2021 qualcosa come 10 milioni di euro la stabilizzazione degli Asu. Poi però intervenne l’impugnativa dell’articolo 36 da parte del governo nazionale che ha ritenuto “incostituzionale” la stabilizzazione diretta di questo bacino. Da quel momento 5 dei 10 milioni furono stornati. “E’ inaccettabile – aggiungono le sigle – che la politica si permetta di fare giochi di prestigio con le risorse già stanziate nella scorsa finanziaria per la stabilizzazione dei lavoratori. Pretendiamo chiarezza sulle risorse agli Asu. I soldi degli Asu non si toccano. Adesso con vergognosi e premeditati stratagemmi politici si vuol fare la stessa cosa. Noi non ci stiamo. Se vuole la politica regionale può dare risposte”.
Le risorse per aumentare le ore settimanali
La posizione delle organizzazioni di categoria è chiara: “Nell’impossibilità di procedere alla stabilizzazione – sostengono – chiediamo che le risorse aggiuntive previste per il 2022 vengano utilizzate per garantire un’integrazione salariale che permetta ad ogni lavoratore di vivere più dignitosamente. Non si può pretendere che un lavoratore possa far fronte a tutte le necessità quotidiane con 600 euro mensili lavorando alla stessa stregua di un dipendente di ruolo e spesso sopperendo illegittimamente a croniche carenze di organico”.
L’accusa al governo regionale
“E’ inqualificabile la condotta di un governo – attaccano ancora Ugl, Ale Ugl, Cobas-Codir, Confintesa e Usb – che a quasi un anno dall’impugnativa dell’articolo 36 della legge regionale 9/2021 che permetteva la stabilizzazione di questi lavoratori, non ha avviato nessuna interlocuzione seria e proficua con il governo nazionale per superare i motivi ostativi. Il presidente Musumeci & company hanno voluto e cercato lo scontro istituzionale con il governo nazionale, innanzi alla corte costituzionale, consapevoli di soccombere, pur di non ammettere di aver fallito sugli Asu. Con codardia si continua a scaricare su Roma colpe proprie, ovvero aver approvato un articolo di legge che faceva acqua da tutte le parti, disattendendo con sconfinata presunzione tutti i suggerimenti e i preavvisi delle organizzazioni sindacali”.
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