La Regione deve dire se vuole stabilizzare gli Asu o no per arrivare a superare la vertenza che si trascina da lungo tempo. E’ questo il diktat che arriva dalla Csa Cisal sulla vertenza che riguarda il bacino di precari su cui si è aperto da tempo un dibattito sulla loro posizione all’interno della pubblica amministrazione. Mentre  sindacati confederali ieri hanno chiesto che venga attivato un tavolo tecnico con lo Stato per stabilire il da farsi e arrivare alla stabilizzazione, la Csa Cisal invece sostiene che dal governo siciliano debbano cominciare ad arrivare segnali concreti e non più solo parole e ipotesi.

Un anno e mezzo per convincersi

“Siamo contenti – dice Gianluca Cannella del sindacato Csa Cisal – che finalmente, dopo più di un anno e mezzo, i sindacati confederali abbiano espresso l’esigenza di un’interlocuzione con Roma sulla vertenza Asu, condividendo ciò che il Csa Cisal chiede da tempo. Purtroppo constatiamo amaramente che, al di là delle belle parole del governo regionale, fino ad ora nulla è stato fatto per una vertenza che riguarda lavoratori che da vent’anni svolgono funzioni fondamentali in enti locali e privati per un sussidio di circa 593 euro, quindi al di sotto della soglia di povertà”.

Fine delle chiacchiere

“Il tempo delle chiacchiere e dei tavoli – aggiunge Cannella – è ampiamente scaduto, il governo dica ai lavoratori se vuole procedere alla storicizzazione della spesa, consentendo così la stabilizzazione di tutti i 4.600 Asu, o se vuole perseverare nell’immobilismo”.

La situazione in stallo

Sostanzialmente la situazione è in stallo. C’è una norma approvata dall’Assemblea regionale siciliana che dispone la stabilizzazione degli Asu. Allo stesso tempo un anno fa è arrivata l’impugnativa dell’articolo 36 della legge regionale 9/2021 che permetteva questa stabilizzazione e non è seguita alcuna interlocuzione con il governo nazionale per tentare di superare i motivi ostativi. Il governo siciliano è andato davanti la corte costituzionale dove c’è stata la soccombenza. Da allora solo chiacchiere e tutto è rimasto in stallo con tanto di sciopero di tre giorni dei lavoratori appena qualche settimana fa.

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