Erano talmente tante le attività illecite del mandamento di Tommaso Natale che gli affiliati si confondevano anche e stavano anche per eseguire lo stesso attentato che avevano già eseguito qualche giorno prima alla stessa impresa. Un particolare dell’inchiesta relativa alla operazione antimafia Bivio, che ha portato al fermo di 16 presunti affiliati a cosa nostra, due dei quali già liberati.

Solo 12 su 16 in carcere

Come riporta il Giornale di Sicilia, infatti, su 16 fermati, 12 vanno in carcere, due agli arresti domiciliari e altri due vengono liberati. Il Gip ha emesso l’ordine di custodia cautelare per 14 dei 16 coinvolti nell’inchiesta «mentre Carmelo Barone e Francesco Finazzo sono stati rimessi in libertà per mancanza di indizi. Altri due indagati invece, Baldassare Rizzuto e Marcello Bonomolo, sono stati messi ai domiciliari. Il giudice ha accolto la richiesta avanzata dai legali e ha ritenuto che ci fossero le condizioni per affievolire la misura chiesta dalla Dda. Il giudice ha ritenuto sussistenti le condizioni per ribadire la misura restrittiva per Francesco Adelfio, Andrea Barone, Pietro Ciaramitaro, Giuseppe Cusimano, Salvatore Fiorentino, Sebastiano Giordano, Francesco L’Abbate, Andrea Mancuso, Francesco Palumeri, Giuseppe Rizzuto, Antonino Vitamia e Michele Zito.

Il duplice attentato per errore

La vicenda del duplice attentato è stata ricostruita grazie alle intercettazioni, scattate poco dopo le 5 del mattino del 18 maggio 2019. A bordo della macchina di Vincenzo Billeci, ci sono Andrea Mancuso e Sebastiano Giordano, quest’ultimo nipote dei collaboratori di giustizia Salvatore e Domenico. L’attentato a Sferracavallo nella sede di un imprenditore di Carini che era stato vittima di una precedente intimidazione. Ma Billeci però si accorge del fatto e dice che non era quello l’obiettivo del nuovo attentato perché lì già c’erano stati.

I summit di mafia nel bar davanti la Prefettura

I summit di mafia si facevano davanti alla prefettura di Palermo per discutere di pizzo altre attività illecite. Le riunioni in un bar scelto dal  capo mafia di Tommaso Natale a due passi da villa Whitaker. Emergono nuovi particolari dall’operazione antimafia Bivio dei carabinieri che ha portato al fermo di 16 persone, due già liberate ieri. Come riporta il Giornale di Sicilia, stando alla ricostruzione della Dia, uno dei nuovi capi aveva scelto come sua base operativa il bar Simple di via Cavour, proprio accanto alla sede del Prefetto. Si tratta di Antonino Vitamia, indicato come il numero 1 della famiglia di Tommaso Natale e di Vincenzo Billeci, della stessa cosca, arrestato lo scorso giugno assieme a Giulio Caporrimo.