• I summit di mafia di fronte alla Prefettura
  • Le intercettazioni dentro al bar
  • La violenza e le minacce nelle estorsioni

I summit di mafia si facevano davanti alla prefettura di Palermo per discutere di pizzo altre attività illecite. Le riunioni in un bar scelto dal  capo mafia di Tommaso Natale a due passi da villa Whitaker. Emergono nuovi particolari dall’operazione antimafia Bivio dei carabinieri che ha portato al fermo di 16 persone, due già liberate ieri. Come riporta il Giornale di Sicilia, stando alla ricostruzione della Dia, uno dei nuovi capi aveva scelto come sua base operativa il bar Simple di via Cavour, proprio accanto alla sede del Prefetto. Si tratta di Antonino Vitamia, indicato come il numero 1 della famiglia di Tommaso Natale e di Vincenzo Billeci, della stessa cosca, arrestato lo scorso giugno assieme a Giulio Caporrimo.

Le cimici dentro il bar

Lì dentro i carabinieri hanno messo le microspie. Grazie a pedinamenti e intercettazioni gli investigatori hanno capito che quello era un posto giusto dove indagare e “si intraprendeva attività tecnica d’intercettazione – si legge all’interno dei locali del bar Simple”. Proprio dentro quel bar avviene una intercettazione chiave in cui viene svelata la quadra delle estorsioni “che operava sui territori di Tommaso Natale-Marinella-Sferracavallo in quel preciso momento storico, con Vitamia al vertice della catena in posizione direttiva e con Billeci a capo del gruppo operativo coadiuvato da vicino a “Tonino” Ciaramitaro per le estorsioni”.

Maniere forti per chiedere il pizzo

Riguardo ad una estorsione, Billeci raccontava anche che il fratello più grande si era lamentato con lui per i modi bruschi e l’esplicita minaccia di danneggiamento che sosteneva essere stata pronunciata dal Billeci. Ma le attività illecite riguardano anche i lavori dentro una scuola in via Caduti sul Lavoro. “Vitamia aveva dato disposizioni a Billeci – dice l’ordinanza – affinché inviasse un gruppo di persone a compiere delle intimidazioni al fine di determinare la messa a posto e l’assegnazione di parte dei lavori allo stesso Vitamia. In particolare gli operativi avrebbero dovuto rompere i vetri della scuola”.

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