La stangata sull’Irpef, gli aumenti della capacità di riscossione e i fondi per rimpinguare i conti del Comune di Palermo. Il sindaco Roberto Lagalla ha presenziato questa mattina in Consiglio Comunale per presentare la nuova bozza di accordo con lo Stato. Documento sul quale si gioca il futuro contabile di Palazzo delle Aquile, da sottoporre a Roma entro il 31 gennaio.

Atto al quale seguirà, entro il 31 marzo, il piano di riequilibrio ad esso collegato. Una procedura che vincolerà il Comune di Palermo per i prossimi vent’anni, ovvero fino al 2043. Ciò in cambio di 180 milioni di euro che perverranno alle casse del capoluogo siciliano in vent’anni, di cui i primi quaranta a partire dal 2024. Cifra sostanzialmente uguale a quella concordata dall’ex sindaco Leoluca Orlando. Soldi per i quali Palazzo delle Aquile dovrà mettere in campo, in pratica, la stessa manovra lacrime e sangue, a partire dagli aumenti sull’addizionale Irpef. Ciò al netto di alcuni aumenti cauterizzati grazie ai fondi giunti da Roma.

Lagalla: “Accordo modificabile anno per anno”

Ad esporre in aula il cuore normativo del testo è il sindaco di Palermo Roberto Lagalla. E’ proprio il sindaco a sottolineare la ricorrenza di contenuto rispetto al precedente accordo. “Forniamo al Consiglio Comunale un articolato che l’aula conosce da tempo. Si tratta di quell’accordo che pone le condizioni per portare i 180 milioni di euro previsti nelle casse del Comune. Fondi ai quali, per via diversa, si aggiungono 40 milioni o parte di essi, per come saranno definiti dal Governo, per il potenziamento della capacità di riscossione“. Risorse stanziate nell’ultima legge finanziaria e che, al di là di tutto, non rientreranno nella definizione del quarto.

Elemento chiave, rispetto a prima, è invece relativo alle finestre di modifica del piano. “Alcune azioni previste dall’accordo sono già state oggetto dell’esame del Consiglio. Credo che il punto più importante di variazione, rispetto al precedente testo, sia relativo alla possibilità di modificare il contenuto dell’accordo anno per anno. Ciò conferisce dinamicità all’accordo con lo Stato”.

Gli aumenti dell’Irpef

Cuore del testo è l’articolo 4, così come sottolineato dal sindaco, ovvero quello relativo alle fonti di finanziamento del 25% di competenza comunale. Quarantacinque milioni di euro da ricercare, per buona parte, negli aumenti dell’addizionale Irpef. Incrementi che riguarderanno l’intero arco dell’accordo con lo Stato. Quantificazione che, secondo il primo cittadino, “ha già ottenuto una sterilizzazione importante per il 2022 e per il 2023. Con riferimento all’anno in corso, siamo scesi da circa 50 milioni di euro di aumenti a 9 milioni di euro. Un dato che potrebbe essere rivisto sia in sede di piano di riequilibrio che in sede di bilancio di previsione 23-25”.

Maggiorazioni d’entrata cauterizzate grazie ai fondi del decreto aiuti bis, ma che rimane a partire dal 2023. Cifra che salirà ulteriormente nel 2024 e nel 2025, con un incremento di 12,7 milioni di euro (addizionale all’1%), ma soprattutto tra il 2026 e il 2027, con incrementi vicini o addirittura superiori ai 38 milioni di euro (addizionale intorno all’1,4%).

Servizi istituzionali e le indennità dei consiglieri

Misure a cui si affiancherà la riduzione del 2% degli impegni di spesa relativi ai servizi istituzionali, generali e di gestione. Proprio su quest’ultimo aspetto, qualcuno si è posto la domanda se tali decrementi contrastino con l’adeguamento del gettone di presenza per i consiglieri comunali da effettuare in futuro. Fra questi il consigliere comunale Ugo Forello, che ha chiesto chiaramenti agli uffici in tal senso.

La capacità di riscossione

Altro tema centrale riguarda l’aumento della capacità di riscossione. “I dati, al momento, si attestano intorno al 44-45% per i tributi comunali, e ad un 22-23% per le multe. Dati che collocano Palermo nell’ultima posizione fra le città metropolitane per capacità di riscossione. Basta questo a far capire che da qui passa un elemento importante per il buon esito con il piano”.

Addizionale su diritti d’imbarco portuale

L’aumento dell’addizionale IRPEF e della capacità di riscossione non saranno le sole misure previse. L’accordo con lo Stato annovera al suo interno anche l’istituzione, dal 2023, dell’addizionale comunale sui diritti di imbarco portuale per passeggero ed un successivo incremento, nelle seguenti misure: € 0,65 per passeggero dal 2023 al 2026 e € 1,30 per passeggero dal 2027.

 

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