Dare in beneficenza le quasi 900 euro in più in busta paga che i deputati Ars hanno approvato per loro stessi. Sempre che questo sia possibile. A proporlo è il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno, dopo le polemiche e l’indignazione popolare, oltre che al fortissimo disappunto da parte di Giorgia Meloni in persona, con un caso diventato nazionale.

L’idea di Galvagno

“Io sarei per dare questi fondi ad una associazione terza e non politica, come l’associazione della stampa parlamentare, le Misericordie o Emergency. Ho dato mandato agli uffici dell’Assemblea di capire se esiste uno strumento normativo che possa intervenire sulla norma e avevo già chiesto nel corso della discussione in Aula se si potesse intervenire”.

L’aumento in busta paga

L’aumento in busta paga ai 70 deputati regionali dell’Ars, legato a una norma che prevede l’automatico adeguamento Istat, era stato confermato con un voto segreto, che ha bocciato un emendamento presentato dal leader di Sud chiama Nord, Cateno De Luca, che avrebbe stoppato il sostanzioso incremento. E questo nonostante il pressing romano, e di FdI in particolare, teso a cancellare una norma che mette tutti in imbarazzo. E’ un fatto che neppure il parlamentare messinese, alla fine, abbia votato il proprio testo che non è passato per cinque voti.

L’emendamento silurato

L’emendamento è stato silurato con 29 voti contrari e 24 favorevoli. “All’Ars è andata in scena la farsa – accusa il M5s – prima lo show di Cateno De Luca, che inneggia alla correttezza sua e dei suoi, e poi non vota, assieme ai deputati dei suoi gruppi, l’emendamento che avrebbe stoppato gli aumenti Istat, salvando di fatto l’aumento degli stipendi dei deputati Ars”. Per il capogruppo del M5s all’Ars Antonio De Luca “la mancanza degli otto voti dei deputati di Sicilia Vera e Sud chiama Nord – dice il capogruppo M5S Antonio De Luca – ha determinato la bocciatura dell’emendamento presentato dallo stesso Cateno De Luca, visto che la norma non è passata solo per 5 voti”.

L’adeguamento

L’incremento in busta paga è legato a una legge del 2014 che prevede l’adeguamento automatico delle indennità in base all’Indice Istat che misura ogni anno la crescita dell’inflazione.

Lo Giudice: “Votare disegno di legge di Sicilia Vera”

“Continuiamo ad assistere al festival delle proposte improbabili da parte della maggioranza e fantasiose soluzioni a 5 stelle per tentare di spostare l’attenzione sul vero problema, ovvero il silenzio da parte di tutti che ha accompagnato la norma oggi sotto accusa in aula. Come abbiamo avuto modo di spiegare, l’ufficio di presidenza già dal 14 dicembre sapeva dell’adeguamento Istat che avrebbe portato all’aumento delle indennità dei parlamentari siciliani Ufficio di presidenza del quale Sud chiama Nord e Sicilia Vera non fanno parte – Lo afferma il coordinatore dei gruppi parlamentari Sud chiama Nord e Sicilia Vera Danilo Lo Giudice – Non ci risulta che da quel giorno al momento in cui la vicenda è diventata di dominio nazionale le forze di maggioranza e la pseudo opposizione a 5 stelle abbiano preso posizione. Solo Sud chiama Nord e Sicilia Vera sono intervenuti nell’immediatezza presentando un emendamento per abrogare la norma e chiedendo che si procedesse per votazione nominale e palese. Al contempo è stata chiesta il 9 febbraio, ancora prima della discussione in aula, la calendarizzazione per discutere un apposito disegno di legge che mira ad abrogare la norma stessa. Che oggi si faccia a gara a spararla più grossa rappresenta l’ennesimo esempio di una politica ipocrita”.

“Leggere sulla stampa della proposta strampalata del presidente dell’assemblea regionale Gaetano Galvagno e subito raccolta dal Movimento 5 stelle di incassare l’aumento e poi devolverlo in beneficenza è quasi comico. Ci chiediamo perché non abbiano fatto la stessa proposta il 14 dicembre o non abbiano pensato di presentare loro un emendamento per abrogare la norma. Al di là delle fantasiose quanto inattuabili proposte del giorno dopo per uscire dall’imbarazzo da parte di certi personaggi politici esiste un’unica seria possibilità per mettere fine a questo triste spettacolo: votare il disegno di legge presentato da Sicilia Vera e Sud chiama Nord con il quale si chiede l’abrogazione della norma che prevede l’aumento delle indennità. Si riporti in aula la discussione nel merito, stavolta procedendo senza il voto segreto, ma per appello nominale palese come richiesto dai nostri gruppi parlamentari per l’emendamento. Sarà quello il momento in cui dimostrare con un’assunzione di responsabilità seria chi è davvero a favore e chi contro la misura che prevede l’aumento delle indennità. Ai 5stelle infine ricordiamo che se vogliono fare beneficenza possono sempre usare la somma pari a 200 mila euro aggiuntive riconosciute al loro gruppo politico ed in particolare a Nuccio Di Paola quale vicepresidente vicario dell’Ars. Forse non ci avevano pensato… auspichiamo che colgano il nostro suggerimento.”

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