“Il regionalismo differenziato è un’innovazione sul piano costituzionale. Un’esperienza senza precedenti. E come avviene in questi casi suscita perplessità, diffidenze e timori. E’ comprensibile. Per questo noi Regioni del Sud riteniamo che la questione non possa essere legata e circoscritta alle tre Regioni che ne hanno fatto formale richiesta”.
Lo ha detto il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci intervenendo stamane alla trasmissione Omnibus su dedicato al tema del regionalismo differenziato.

“Abbiamo il dovere di chiederci quali saranno le ricadute sul meccanismo di trasferimento di risorse alle Regioni – ha spiegato Musumeci – quali le influenze sul passaggio di risorse dal centro alla periferia. Non c’è il pericolo – si è chiesto il governatore – che col regionalismo differenziato assieme a nuove deleghe oggi in capo allo Stato ci sia il pericolo che chi è ricco diventi sempre più ricco, e chi è povero diventi sempre più povero?”.

“La Sicilia è una Regione autonoma da 70 anni quindi non abbiamo nessun pregiudizio sul regionalismo differenziato. Riteniamo però che per la sua portata questa vicenda debba comportare il coinvolgimento di tutte le Regioni italiane. Io chiedo al presidente Conte, di istituire un Tavolo con un crono-programma per non affrontare tempi indefiniti”. ha aggiunto

“Si è già perso tanto tempo e i colleghi di Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna – ha continuato il governatore – hanno diritto a risposte certe. Istituiamo un Tavolo, fissiamo un crono-progamma, determiniamo con assoluta certezza i temi collegati al regionalismo differenziato. Il Fondo perequativo, la perequazione infrastrutturale e fiscale non possono essere messi in discussione. Se riusciamo a chiarire questi aspetti io sono convinto che si potrà andare avanti. Ma al Sud, il Governo Conte ci deve dire cosa vuole riservare”.

“Assistiamo a una proliferazione di commenti insensati, privi di costrutto politico e culturale a margine della sacrosanta richiesta formale del Presidente Musumeci di partecipare, a norma dell’articolo 21 dello Statuto della Regione, alla riunione del Consiglio dei Ministri in cui si affronterà il tema dell’ autonomia differenziata”, dichiarano Tania Pontrelli e Luca Tantino, del Direttivo Regionale di “Diventerà Bellissima”.

“Ma dubitiamo – aggiungono i due dirigenti politici – che gli stessi commentatori d’assalto si siano presi la briga di andare a leggere l’articolo 21 dello Statuto, o si siano documentati sul concetto di regionalismo differenziato, detto anche asimmetrico. Infatti se l’articolo 21 dello Statuto ci dice che il Presidente è Capo del Governo regionale e rappresenta la Regione. Che egli rappresenta altresì nella Regione il Governo dello Stato […] col rango di Ministro partecipa al Consiglio dei Ministri, con voto deliberativo nelle materie che interessano la Regione, l’articolo 116 della Costituzione ci dice che è prevista la possibilità di attribuire forme e condizioni particolari di autonomia alle Regioni a statuto ordinario, in quanto consente ad alcune Regioni di dotarsi di poteri diversi dalle altre”.

“Quello che non capiamo – continuano Pontrelli e Tantino – è cosa vi sia da contestare a un Presidente che per la prima volta nella storia politica della Sicilia decide di fare ascoltare la voce di un intero popolo, difendendone gli interessi attraverso la richiesta di un confronto dialettico e politico fra i vari rappresentanti delle Regioni e il Governo centrale medesimo. Musumeci non ha chiesto di partecipare col nome di Musumeci e quando ha ricordato alle flebili memorie del Premier e del suo esecutivo il proprio diritto di sedere a quel tavolo secondo i dettati dello Statuto, lo ha fatto abbandonando il cognome degli avi per scegliere quello a lui attribuito dagli elettori: Sicilia”.

“Quelli dei commentatori miopi e disfattisti – concludono – sono atteggiamenti che lasciano l’amaro in bocca per tanta ottusità manifesta, ma noi non ci staremo, vogliamo crederci che un giorno diventerà bellissima, grazie a politici di rango come Nello Musumeci e tanti altri”.

“Oggi l’Italia è divisa in due, il divario sta crescendo sempre di più. Va bene il regionalismo differenziato al Nord, ma il Sud ha bisogno di un piano Marshall. Noi non siamo competitivi sul Piano infrastrutturale, sui servizi sociali essenziali” ha sottolineato il Governatore.

“Quest’Italia non può affacciarsi al Mediterraneo, che non sappiamo quello che sarà fra dieci anni, senza avere un Sud adeguato e sufficientemente competitivo. Quindi nessun pregiudizio, ma apriamo il ragionamento a tutte le Regioni italiane e in tempi certi definiamo la procedura”.

“Il presidente Conte con le Regioni del Sud non mi pare abbia un rapporto particolarmente improntato ad attenzione ed efficienza” ha aggiunto”A volte l’appartenenza anagrafica non significa condizione morale – ha osservato il governatore – le responsabilità dello Stato, assieme a quelle delle classi dirigenti, sono tante. Per un processo fallimentare in Sicilia si devono attendere oltre cinquemila giorni, la media in Italia è di duemilaottocento. Le infrastrutture statali in Sicilia si aspettano da trent’anni, non è una mera rivendicazione, ma la consapevolezza di come questo governo, ma anche quelli che l’hanno preceduto, verso il Sud non ha un’attenzione particolare”.

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