Non convince l’avviato percorso di riforma per l’autonomia che coinvolge Province e città metropolitane. Dell’attuale quadro normativo e delle possibili conseguenze se ne parlerà il prossimo 28 di novembre alle ore 15 nell’aula magna “Borsellino” dell’università di Palermo su iniziativa del Dems, il dipartimento di scienze politiche e delle relazioni internazionali dell’ateneo del capoluogo siciliano.
La base del confronto
Le vicende delle autonomie territoriali intermedie in Sicilia, e più specificatamente della loro organizzazione e delle relative funzioni, richiedono un urgente intervento riformatore. Fattore evidenziato dalla Corte costituzionale da ultimo con la pronuncia interpretativa di rigetto numero 240 del 2021, ma anche dalle forze politiche. Questione che adesso è affidata al parlamento siciliano appena insediato. Il giudice delle leggi ha sottolineato quanto la perdurante operatività dei Liberi consorzi e delle Città metropolitane, e l’attribuzione a queste istituzioni di determinate funzioni fondamentali, non di mero coordinamento, renda “urgente un riassetto degli organi di queste ultime, risultando del tutto ingiustificato il diverso trattamento riservato agli elettori residenti nel territorio della Città metropolitana rispetto a quello delineato per gli elettori residenti nelle Province”.
Le prospettive controverse
Non si tratta, come noto, proprio per la vigenza della legge numero 56 del 2014 e dei limiti declinati dalla stessa giurisprudenza costituzionale all’esercizio della competenza legislativa esclusiva, di un orizzonte privo di controverse prospettive. “La normativa statale, infatti – sostiene l’ex vicepresidente della Regione e docente di diritto amministrativo dell’università di Palermo, Gaetano Armao -, non solo risente della mancata approvazione del disegno di riforma costituzionale alla quale era strutturalmente connessa, ma reca anche l’autoqualificazione di legge contenente principi di grande riforma economica e sociale”. Come per l’articolo 1, comma 5, che recita che “i principi della legge valgono come principi di grande riforma economica e sociale per la disciplina di città e aree metropolitane da adottare dalla Regione Sardegna, dalla Regione siciliana e dalla Regione Friuli-Venezia Giulia, in conformità ai rispettivi statuti”. “Il chiaro intento – secondo Armao – è quello di circoscrivere la potestà legislativa primaria regionale”.
I relatori
Proprio con l’obiettivo di scandagliare il contesto ordina mentale, entro il quale potrà intervenire il legislatore regionale, il dipartimento di Scienze politiche e delle relazioni internazionali dell’università di Palermo ha promosso un seminario di studi. Interverranno il direttore Costantino Visconti e i docenti Gaetano Armao, Riccardo Ursi e Roberto Di Maria. L’obiettivo è quello di offrire un contributo scientifico all’ampio e crescente dibattito pubblico sugli enti di area vasta. Il seminario potrà essere seguito anche sulla piattaforma Teams.
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