È pronto il decreto con cui la Regione Siciliana  – dando seguito a quanto preannunciato dal presidente Nello Musumeci – destina 10 milioni di euro agli autotrasportatori dell’Isola alle prese con un aumento dei costi del carburante divenuto insostenibile.

Aumenti su carburanti, pedaggi e materie prime

“I rappresentanti della categoria – dice il governatore – hanno stimato nel 30% il surplus complessivo derivante dagli aumenti che riguardano carburanti, pedaggi e materie prime. Per attraversare lo Stretto di Messina, ad esempio, si parla di un aumento di 10 euro al metro, stabilito dagli armatori, a loro volta gravati dagli aumenti, che riguarda le tariffe per gli autoarticolati”.

Musumeci: “Sono solidale con motivazioni protesta”

“Sono solidale con le motivazioni della protesta  – aggiunge Musumeci – che non potrà certamente rientrare del tutto con lo stanziamento del governo regionale, il massimo nelle nostre possibilità, concordato dall’assessore Marco Falcone con la Consulta regionale per l’autotrasporto.

“Lo Stato faccia la sua parte”

È necessario, infatti, che anche lo Stato faccia la sua parte. Per questo – conclude Musumeci – ho chiesto al ministro per le Infrastrutture e i Trasporti Enrico Giovannini che la questione venga affrontata con urgenza anche attraverso l’istituzione di un apposito tavolo tecnico. Agli autotrasportatori, intanto, faccio appello perché la mobilitazione non sfoci in ulteriori azioni che sarebbero solo i siciliani a subire”.

Oggi la protesta dell’Aias al casello A18 di Catania

Un presidio di autotrasportatori contro l’aumento del costo del carburante è in corso davanti il casello di San Gregorio, lo svincolo per entrare e uscire a Catania dell’A18, l’autostrada che collega il capoluogo etneo e Messina. La protesta è promossa dall’Aias, ma, al momento, non è riconosciuta dalle sigle nazionali e regionali dei rappresentanti di categoria. Sul posto sono presenti le forze dell’ordine.

La Cna Fita Sicilia ha affermato di “condivide le ragioni della protesta, ma non il metodo”, ritenendo che l’iniziativa “di alcune sigle” sia “la solita e piccola fuga in avanti”. “Non è spegnendo i motori dei camion e bloccando l’economia siciliana – ha ribadito la Cna Fita Sicilia – che si contrasta la crisi che sta travolgendo il comparto dell’autotrasporto. Non è qui, nella nostra isola, che si decidono i sostegni e gli aiuti per fronteggiare l’aumento esponenziale del carburante e dei costi di gestione delle attività (italiane e europee) del settore. Il blocco fatto in questo modo serve solo a soddisfare il protagonismo fine a se stesso dei soliti”.

I manifestanti che aderiscono alla protesta dell’Aias contestano “l’aumento del gasolio e dell’Ad-blu, del costo dei pneumatici e dell’energia” e protestano contro “le strade impraticabili, la patente a punti presente soltanto in Italia, il prezzo dei pedaggi autostradali e la carenza degli autisti”. Problemi che, se non affrontati e risolti, secondo i promotori del presidio, che si dicono “stanchi”, li porterà a “rischiare il fallimento”.

 

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