Da questa notte sono cominciati i primi presidi dei tir lungo le principali autostrade siciliane per protestare contro il caro carburanti. Da Catania, luogo più presidiato anche perché vi è la più alta partecipazione di camionisti aderenti all’Aias, a Palermo, arrivano anche a Ragusa e Siracusa. Un po’ ovunque i “bisonti” hanno piazzato i propri mezzi messi in fila ma senza alcun blocco del traffico, almeno sino ad ora. Non si registrano, infatti, disagi alla circolazione. La protesta, quindi è ferma ad una sola azione dimostrativa.

I presidi

Secondo quanto sino ad adesso viene registrato, i Tir in protesta si trovano principalmente a Catania: nella zona porto, al casello autostradale di San Gregorio sulla Messina-Catania; e nella zona industriale nei pressi del punto Ikea. Quel che si può evidenziare è che ad aderire non solo soltanto gli iscritti alla sigla dell’Aias, ma anche autotrasportatori indipendenti. Una vigila contrassegnata comunque da una spaccatura con altre sigle sindacali, come nel caso della Cna Fita che condivide la protesta ma non le modalità, come è stato evidenziato in una nota.

I costi del caro-carburanti

La protesta è esplosa per il cosiddetto caro-carburanti, con prezzi alle stelle in questi ultimi mesi. Il caro-energia impatta in modo pesante sull’autotrasporto merci ed è necessario ridurre le imposte sul carburante per scongiurare il fermo di migliaia di veicoli a causa dei costi insostenibili. È quanto chiesto da tutta la categoria dell’autotrasporto. Il prezzo medio nella seconda metà di gennaio ha raggiunto 1,60 euro/litro con una crescita di 28 centesimi sulla media del 2020. Ai prezzi attuali del gasolio i costi di gestione di un camion aumentano di 9.300 euro l’anno secondo i calcoli di Cna Fita, pari a un impatto del 7% dei valori indicativi dei costi di esercizio.

L’ultima protesta nel 2020

Nel gennaio del 2020 si registrò l’ultima mobilitazione della categoria proprio in Sicilia. Seppur ridimensionata rispetto a quel che era stato annunciato, ci furono dei presidi nei porti di Palermo e Termini Imerese. Fortunatamente in quel caso non vi fu alcun blocco dell’attività di scarico e carico delle merci, come preannunciato da alcune associazioni di autotrasportatori che avevano indetto una protesta in Sicilia per il caro navi. A Catania, invece, alcuni aderenti alle associazioni di categoria e del movimento dei Forconi avevano presidiando l’ingresso Darsena del porto, vicino la zona del Faro Biscari. Anche lì non si registrarono rallentamenti nella circolazione stradale e nell’ingresso al porto.

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