“L’annunciato blocco dell’autotrasporto proclamato per domenica sera da alcune sigle, è la solita e piccola fuga in avanti. Non è spegnendo i motori dei camion e bloccando l’economia siciliana che si contrasta la crisi che sta travolgendo il comparto dell’autotrasporto. Non è qui, nella nostra Isola, che si decidono i sostegni e gli aiuti per fronteggiare l’aumento esponenziale del carburante e dei costi di gestione delle attività (italiane e europee) del settore. Il blocco fatto in questo modo serve solo a soddisfare il protagonismo fine a se stesso dei soliti”. Così in una nota la Cna Fita.

L’intera economia siciliana rischia la paralisi

La Confederazione Nazionale dell’Artigianato (Federazione Trasporti) condivide le ragioni della protesta ma non ne condivide il metodo. “Qui non è in gioco solo il destino dell’autotrasporto – affermano il presidente Saro Tumino e i responsabili regionali Giorgio Stracquadanio e Daniela Taranto – qui rischia la paralisi l’intero sistema economico siciliano”.

Lunedì vertice col Governo

“E poi – proseguono – è risaputo che lunedì, 21 febbraio, c’è un incontro tra le Organizzazioni e il Governo proprio su questi temi. Così come è risaputo che l’intero settore è in stato d’agitazione. Che senso ha allora questa fuga in avanti? Se non la voglia di esibirsi che diventa prevalente sugli interessi generali della categoria”.

“Garantire diritto a spostarsi liberamente”

“CNA fa appello alle Prefetture e alle Questure siciliane – concludono Tumino, Stracquadanio e Taranto – affinché agli autotrasportatori, che non condividono l’impostazione della protesta, venga garantito il diritto di spostarsi liberamente. L’imposizione di alcuni non può diventare regola generale”.

I costi del caro-carburanti

Il caro-energia impatta in modo pesante sull’autotrasporto merci ed è necessario ridurre le imposte sul carburante per scongiurare il fermo di migliaia di veicoli a causa dei costi insostenibili. È quanto chiesto nei giorni scorsi dalla CNA Fita evidenziando che il prezzo medio nella seconda metà di gennaio ha raggiunto 1,60 euro/litro con una crescita di 28 centesimi sulla media del 2020. Ai prezzi attuali del gasolio i costi di gestione di un camion aumentano di 9.300 euro l’anno secondo i calcoli di CNA Fita, pari a un impatto del 7% dei valori indicativi dei costi di esercizio.

Il caro-carburante è ancora più pesante per i veicoli green. Un camion a metano deve sopportare un rincaro del carburante dell’86,60% che si  traduce in un aumento di spesa di oltre 18mila euro l’anno. “Un paradosso che penalizza le imprese che hanno effettuato investimenti green”. Nelle ultime settimane il costo medio del metano per autotrazione ha superato 1,81 euro/Kg obbligando molte imprese a fermare i veicoli a causa dei costi insostenibili.

 

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