“Revocare la comunicazione di servizio che prevede l’avanzamento di carriera non legittima del 50% dei dipendenti della Crias”. Lo chiede il gruppo all’Ars di “Attiva Sicilia” che affronta la situazione dei dipendenti della Cassa regionale per il credito alle imprese artigiane (Crias), ente pubblico economico strumentale della Regione Siciliana.

Il gruppo politico all’Ars ha presentato un’interrogazione, a firma dei deputati Angela Foti, Sergio Tancredi, Matteo Mangiacavallo, Elena Pagana e Valentina Palmeri al presidente della Regione Siciliana e all’assessore regionale delle Attività produttive. Tra le richieste quella di chiarire con quali qualifiche professionali sono determinati gli emolumenti mensili dei lavoratori della Crias, se corrispondono alle qualifiche riportate nel ruolo organico del personale e, infine, se il personale è stato ruotato come prevede il regolamento.

“Attraverso due delibere risalenti al 2010 dell’Istituto – spiega il deputato Matteo Mangiacavallo – è stato sancito l’avanzamento di carriera di quasi il 50% dei propri dipendenti riconoscendo gradi e qualifiche ben superiori a quelle legittimamente rivestite, in diversi casi addirittura passando dalla qualifica di impiegato a quella di dirigente”, delibere che “non sono mai state approvate dall’Assessorato delle attività produttive, organo di vigilanza sugli atti della Crias, né tantomeno dalla Giunta di governo”.

Inoltre, la legge regionale 9/2015 ha previsto la revoca “dei provvedimenti di riorganizzazione delle piante organiche e degli organigrammi degli enti, aziende o istituti sottoposti a vigilanza e tutela dell’Amministrazione regionale le cui spese di funzionamento sono direttamente ed indirettamente a carico del bilancio della Regione”. Eppure ancora oggi risulta non revocata la comunicazione di servizio applicativa del 2010 che prevede gli avanzamenti di carriera.

Nel 2013 Mangiacavallo aveva già presentato un’interrogazione sulla questione e successivamente erano stati nominati dei commissari che avevano tra i loro compiti anche quello di revocare le delibere di avanzamento delle carriere. “Un’anomalia tutta siciliana – aggiunge il deputato – che sembrava risolta ma che invece oggi si ripresenta in una fase in cui si sta attuando la riforma che prevede la fusione tra Ircac e Crias.