Tutti assolti i medici di tre strutture ospedaliere del Palermitano. Avevano avuto in cura una donna di 45 anni di Bagheria, morta poco dopo il ricovero per insufficienza multiorgano. Erano finiti sotto processo in abbreviato con le accuse di omicidio colposo e delitto colposo perché cagionato in concorso. Il tribunale di Palermo ha stabilito che “il fatto non costituisce reato”. Le motivazioni saranno depositate entro i prossimi 60 giorni.
Chi è stato assolto
Ad essere stati assolti 11 medici per l’esattezza. Audenzio D’Angelo, 74 anni, Maria Stassi, 67 anni, e Mario Rizzo, 60 anni, all’epoca dei fatti in servizio all’ospedale Buccheri La Ferla di Palermo. Salvatore e Maria Rosa Sanfilippo, di 55 e 53 anni, Rosaria Lo Verde, 49 anni, Francesca Mascari, 68 anni, Melania Lo Bue, 42 anni, e Ivana Basile, 44 anni, della Casa di cura Torina di Palermo. Infine Pasquale Quartararo, 67 anni, e Paola Di Carlo, 57 anni, del policlinico “Giaccone” di Palermo.
Il caso
Il presunto caso di malasanità era stato denunciato con un esposto dai parenti della donna deceduta, Maria Pia Giammaresi di 45 anni, residente a Bagheria. La donna morì il 7 gennaio del 2016 dopo aver peregrinato di ospedale in ospedale nella speranza di avere una diagnosi al suo malessere. La paziente da ottobre e sino a dicembre del 2015 accusava dolori e febbre alta, oltre ad una serie di malesseri. Non si riuscì ad arrivare ad una diagnosi precisa. La donna morì dopo avere patito una serie di problematiche e venne puntualmente dimessa da ognuno dei tre ospedali.
Soffriva di un morbo
Si scoprì alla fine che Maria Pia Giammarresi soffriva del cosiddetto “morbo di Hodgkin”. Si tratta di un tumore del sistema linfatico, originato da un tipo di globuli bianchi presenti in linfonodi, milza, midollo osseo, sangue e numerosi altri organi. Secondo l’iniziale accusa che venne formulata dalla Procura, ognuno dei medici coinvolti che ebbe la donna in cura non riuscì a trovare una diagnosi efficace. Avrebbero mostrato “negligenza, imprudenza ed imperizia” nel formulare le loro conclusioni. E ciò nonostante ci sarebbero stati una serie di campanelli d’allarme. Non è evidentemente questa la conclusione a cui è arrivato il tribunale, che ha tenuto conto di una serie di perizie per accertare le cause della morte e i profili di responsabilità. “E’ stato dimostrato – ha commentato l’avvocato Bartolomeo Parrino, difensore del medico Mario Rizzo – l’estraneità ai fatti del mio assistito”.
Commenta con Facebook