A Bagheria il lattoniere pagato per il suo lavoro con la cocaina. Succedeva anche questo. Ed è uno delle decine e decine di episodi che documentati dalle intercettazioni dei carabinieri nell’ambito dell’operazione su droga e mafia “Persefone 2”. In 17 arrestati tre giorni fa, più altri 4 con obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

I padroni delle piazze di spaccio

Come emerso a Bagheria spadroneggiavano nelle piazze di spaccio i coniugi Salvatore Salerno, 64 anni, e Rosaria Di Gregorio, 55 anni. Sarebbero stati loro ad immettere le grosse quantità di stupefacente. Il singolare episodio vede come protagonista Salerno che viene intercettato mentre parla con una terza persona e gli racconta dell’affare fatto. In pratica ha pagato con una dose di cocaina il lattoniere per una prestazione professionale di sistemazione della carrozzeria della sua auto. E lui stesso si diceva fiero di aver dato un solo grammo di quella sostanza ma di altissima qualità.

“Tieni qua, divertiti”

Salerno spiega al suo interlocutore: “Mi ha detto, quanto ti devo dare?”. Ma che mi devi dare… Tieni qua divertiti…”. “Quanto!? Un grammo!?”. “Sì, però bello cug… Minchia guarda…”.

La ricostruzione dei carabinieri

La cocaina, come ricostruito dai carabinieri, arrivava a Bagheria in enorme quantità anche perché le richieste c’erano, eccome. Addirittura si riusciva a vendere al dettaglio ogni mese qualcosa come 1,6 chili. Numeri da capogiro che sono stati captati dalle intercettazioni dei carabinieri. Il ruolo dei due coniugi, secondo la Procura, viene fuori da un dialogo intercettato tra i due e altri esponenti del clan. La moglie di Salerno sosteneva con una certa enfasi l’obiettivo mensile. Discutendo fra loro si fanno si fanno i conti al dettaglio della roba venduta. “Veramente 1,6 chili dovrebbero essere”.

Un nuovo colpo

Si tratta di un nuovo colpo alla piazza di spaccio di Bagheria dedita alla vendita specie di cocaina. Qui la droga arrivava dal capoluogo e veniva gestita dal clan locale. I carabinieri del nucleo investigativo del reparto operativo di Palermo hanno eseguito l’ordinanza firmata dal gip. Le richieste avanzate dal procuratore Maurizio De Lucia e dall’aggiunto Paolo Guido.

Le accuse

Per tutti a vario titolo l’accusa è associazione a delinquere finalizzata allo spaccio e al traffico di droga, aggravati dal metodo mafioso. L’operazione di questa notte è la prosecuzione del blitz “Persefone” del settembre 2021 che ha già colpito il clan di Bagheria. Infatti questa operazione è stata denominata “Persefone 2”. Arrestato un intero nucleo familiare composto da marito moglie e due figli, un terzo figlio in manette già nella prima operazione. L’indagine avviata dai carabinieri nel 2019, coordinata Dda di Palermo, avrebbe consentito di confermare che l’attività di spaccio della droga è gestita da “cosa nostra” bagherese. Questo anche grazie ai canali di approvvigionamento dai mandamenti cittadini di Brancaccio e Porta Nuova.

Articoli correlati