Atto vandalico nei confronti del nascituro parco giochi no social a Balestrate, nell’atrio della scuola elementare “Aldo Moro”. La casetta in legno, posizionata nell’area giochi, è stata danneggiata nella parte alta. Probabile che sia stato sferrato un colpo che ha scheggiato il tettuccio del gioco. Proprio nei mesi scorsi l’associazione “Genitori balestratesi” aveva lanciato l’allarme sui rischi del vandalismo, denunciando ritardi negli interventi da parte del Comune.

L’indignazione e la protesta

Quanto accaduto ha scatenato l’immediata reazione del blog Balestratesi.it, guidato dal giornalista Riccardo Vescovo che attraverso la pagina facebook lancia un’iniziativa: “Ancora oggi – sostiene Vescovo – mancano la sorveglianza e la manutenzione. Lo scorso anno in consiglio comunale rappresentavamo queste necessità. Sono passati 433 giorni e il risultato è questa atto di vandalismo. Non finirà così. È il momento di fare sentire la nostra voce. Torneremo a protestare per il parco giochi dopo 5 anni”.

L’appello a tutti

“Questo – aggiunge Vescovo – è un appello a chi ha figli, nipoti, a chi ama questo paese. Sabato mattina, alle 10, manifesteremo davanti alla scuola per chiedere ai cittadini di spendersi per rispettare questo parco, per sensibilizzare i giovani al rispetto della cosa pubblica. Per chiedere al Comune di svegliarsi e garantire la sorveglianza e la manutenzione del parco giochi”.

Il sindaco: “Sulla videosorveglianza qualche problema…”

“Si stanno effettuando gli ultimi interventi – replica il sindaco Vito Rizzo – e a giorni partiranno i lavori. Sulla videosorveglianza ci sono stati incontri con la scuola, che ha espresso alcune perplessità e che contiamo di superare. Quanto accaduto è opera di piccoli vandali, senza alcun rispetto per la cosa pubblica”.

Il parco giochi

L’idea del parco giochi nacque dall’associazione “Genitori balestratesi” di cui faceva parte con una carica ai vertici proprio Vescovo. Nelle scorse settimane ha deciso di dimettersi, pochi giorni dopo le dichiarazioni in cui aveva evidenziato, seppur mantenendo bassi i toni, che per l’apertura mancavano solo delle autorizzazioni in capo al Comune che tardavano ad arrivare. Poco dopo ha deciso di rimettere l’incarico anche se nella lettera di dimissioni non fa alcun accenno di questo tipo. Appare, però, fin troppo evidente, che le frizioni su questo tema abbiano scatenato la reazione.

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