Una volta era la villa di un killer di mafia, forse ‘il’ killer più noto, Pino Greco detto Scarppuzzedda. Adesso è un bene confiscato alla mafia ma occupato abusivamente. A denunciare la situazione è stata un servizio de Le Iene e adesso a bagheria è scoppiata l’ennesima polemica.
Oggi, dopo l’ennesimo sopralluogo, interviene il sindaco Cinque.
“L’immobile confiscato a Giuseppe Greco è stato più volte oggetto di diverse occupazioni, anche da soggetti con situazioni di fragilità – racconta il sindaco – e diversi sono gli atti amministrativi emanati da più organi che lo dimostrano. Già il 20 febbraio 2017 era partita un’informativa di polizia giudiziaria per scasso ed occupazione di bene confiscato inviata dalla Polizia Municipale alla Procura della Repubblica. Il 27 giugno 2017 fu inviata dalla Legione dei Carabinieri “Bagheria” l’ordinanza di sgombero n. 06 del 18.05.2017, lo stesso atto fu inviato al Comando di Polizia Municipale. Risale poi al 30 agosto 2017 una nota avente ad oggetto: “Esito indagini delegate” inviata dalla Polizia municipale delegata alla Procura della Repubblica. Seguì ancora un decreto penale emesso dalla Procura della Repubblica di condanna degli occupanti, e ancora quest’anno, a maggio, partì una nuova “informativa di polizia giudiziaria di allaccio abusivo ed approvvigionamento acqua dalla rete idrica comunale ed occupazione immobile confiscato” trasmessa dal Comandante della Polizia Municipale alla Procura della Repubblica presso Tribunale di Termini Imerese”.
“Nel corso di quell’accertamento si verificò anche che risultavano 21 nuovi occupanti rispetto ai precedenti
e ancora lo scorso 20 novembre una richiesta di notizie relativa agli occupanti dell’immobile di via Perez fu
inviata dalla Polizia municipale a me dove emergono altri nuovi 5 occupanti abusivi che si aggiungono o
sostituiscono ai precedenti» sin qui quanto riferisce il primo cittadino di Bagheria che anche all’inviato
delle Iene aveva riferito che aveva fatto tutto quanto era in suo potere. Vennero dunque emesse due ordinanze di sgombero: la numero 6 del 18/05/2017 e la numero 1 del 22 novembre 2018”.
“Più volte poi, per le vie brevi» – aggiunge il sindaco – «il Comandante della Polizia Municipale, mesi
addietro, nello spirito di collaborazione con le forze dell’ordine si è raccordato con il Commissariato di
Polizia per l’assistenza della forza pubblica e per l’attivazione di misure concordate al fine di pervenire allo
sgombero degli immobili. Dunque, come si evince dagli atti citati, tutti disponibili presso gli uffici del
sindaco, alcuni dei quali pubblicati all’albo pretorio comunale, sia il Comando di Polizia Municipale, sia il
Comando dei Carabinieri che la Procura della Repubblica, ognuno per le operazioni di propria competenza,
erano informate e sono intervenute per la nota vicenda”.
“Spiace dunque constatare, da quanto dichiarato da Sua Eccellenza il Prefetto alle Iene, pur non entrando
nel merito del linguaggio utilizzato» – conclude Patrizio Cinque – che la stessa non sia stata informata della
vicenda né della richiesta formulata attraverso le chiamate tra i rispettivi organi competenti tanto meno
degli atti emanati, a maggior ragione perché nell’immobile in questione vi è un soggetto agli arresti
domiciliari, per il quale è necessaria una nuova domiciliazione, misura cautelare che non è competenza del
Comune. Capirete che la cornice entro cui ci muoviamo è assai complessa e che l’arco temporale entro cui si
sviluppano queste attività e il numero elevato di organi coinvolti fanno presupporre che ci sia una ampia
diffusione delle notizie, presupposto del controllo del territorio in sinergia fra tutti gli Enti”.
Intanto oggi la polizia municipale ha eseguito un ulteriore sopralluogo per verificare, nuovamente, se gli
occupanti hanno liberato l’immobile, dopodiché si procederà con lo sgombero coatto in sinergia con tutti
gli organi preposti.
“Quell’immobile è una macchia nera nella storia di Bagheria» – conclude il primo cittadino – «una macchia
che va lavata perché si è tinta di rosso sangue, il sangue di uomini come Rocco Chinnici, Carlo Alberto dalla
Chiesa, Pio La Torre, Antonino Burrafato, e tante altre valorose persone che hanno dato la vita per
difenderci e per portare alto il vessillo della legalità. Farò tutto quanto in mio potere affinché, entro la mia
sindacatura, quegli edifici vengano abbattuti per dare ai cittadini la possibilità di fruire del mare”.
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