Regolarizzare venticinque attività commerciali al momento operanti senza titolo all’interno di beni confiscati alla mafia: questo è il contenuto della delibera, approvata dalla Giunta di Palermo, con la quale l’Amministrazione chiede all’Anbsc (Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata) la modifica della finalità di utilizzo di queste strutture. Beni di proprietà del Comune che, secondo quanto riportato in una nota ufficiale, potrebbero fruttare oltre 400.000 euro all’anno di canoni.

Sala: “Regolarizzare queste posizioni”

Antonino Sala, assessore Giunta Palermo PD

Nella foto, Antonino Sala

A proporre questo cambio di destinazione è l’assessore al Patrimonio Antonino Sala. L’esponente, passato di recente al Partito Democratico, spiega così la sua proposta.“E’ necessario regolarizzare queste posizioni senza danneggiare le attività commerciali che utilizzano questi beni. In un momento difficile come questo, dobbiamo aiutare in ogni modo il tessuto economico e produttivo cittadino. La delibera va esattamente in questa direzione”. Gli occupanti, infatti, sono ad oggi sine titulo e la modifica della finalità prevista consentirà di stipulare regolari contratti di affitto, previo accertamento del valore del canone aggiornato.

“Introiti saranno destinati a fini sociali”

Una procedura di regolarizzazione che potrà partire soltanto dopo l’ok dell’Anbsc. “Non appena avremo risposta positiva dall’Agenzia – continua Sala – provvederemo alle procedure di concessione mediante bando pubblico, su valori stabiliti da un’apposita commissione tecnica, offrendo agli occupanti attuali un diritto di prelazione, a patto che siano in regola e non abbiano pendenze. Gli introiti, quasi 400 mila euro annui, saranno peraltro usati per fini sociali o per ristrutturare altri immobili”.

Il tema dei beni confiscati alla mafia

Una problematica, quello dell’affidamento dei beni confiscati alla mafia, della quale si è tornati a parlare in seguito al caso di Giuseppe Balsamo. L’imprenditore, che aveva denunciato il pizzo nel 2014, aveva chiesto aiuto agli uffici comunali al fine di avere affidata una casa, viste le sue attuali condizioni di indigenza economica. Procedura che, come dichiarato da Balsamo, si sono rivelate più farraginose del previsto.

Ho chiesto aiuto al Comune, per avere un bene confiscato alla mafia. Ma le liste sono enormi, con tempi lunghissimi – ha dichiarato l’imprenditore -. Ad oggi non sono nemmeno in graduatoria. Ho il numero di protocollo, ma non sono nella classifica. Ciò avverrà soltanto a settembre, unico momento dell’anno in cui vengono caricate le pratiche. Sono disposto anche a pagare l’affitto. Non lo voglio gratis”.

Articoli correlati