E’ arrivato a Palermo da qualche ora e per lui, nonostante il consenso non sia più paragonabile a quello degli anni passati, domani sarà comunque un bagno di folla. Oltre 150 imprenditori hanno speso 500 euro a testa per cenare con lui stasera a Palermo ed oltre 1500 siciliani arriveranno da tutta l’isola per ascoltarlo domani mattina al teatro Politeama.
Con il presidente di Forza Italia Silvio Berlusconi BlogSicilia ha anticipato alcuni temi di politica nazionale (con effetti sulla Sicilia) e locale. Una intervista a tutto campo con domande poste della nostra intera redazione al completo.
Presidente Berlusconi in questi giorni sta tenendo banco il caso Roma e lacerazioni all’interno del centrodestra anche in altre città (Torino), tuttavia qui in Sicilia si è già assistito ad episodi del genere in occasione delle Regionali 2012, quella lezione non è servita? Oppure c’è – come sostiene qualcuno – un disegno per non vincere e favorire Renzi?
“Sciocchezze. La candidatura di Guido Bertolaso è vincente ed è in assoluto la migliore possibile a Roma. Abbiamo scelto un protagonista del fare, una personalità che ha dato assolute prove di capacità nel gestire e risolvere grandi emergenze. Roma è in uno stato di degrado drammatico dopo il sindaco Marino, mafia capitale e la gestione della sinistra. Occorre quindi affidare la città non ad un professionista della politica, che una volta eletto non saprebbe cosa fare, ma ad un grande manager con grande esperienza, capace di realizzare in tempi stretti progetti importanti, ed in questo Bertolaso è un fuoriclasse anzi in Italia è “il numero uno”. Quanto a Renzi questa sarà la nostra prima sfida al suo Governo poi ci sarà il Referendum sul Senato e sarà costretto a dimettersi. Certo dovremo essere uniti perché uniti si vince, divisi si perde”.
Il tema della leadership rimane centrale sia a livello nazionale che regionale: anche in Sicilia la scelta di reinvestire su Gianfranco Miccicché ha suscitato qualche malumore.
“Non so se ci sia stato qualche malumore, so di certo invece che la nomina di Gianfranco Micciché a commissario di Forza Italia in Sicilia è stata salutata con entusiasmo e soddisfazione per la sua profonda conoscenza dei problemi della Regione e per la sua capacità di riportare Forza Italia ad essere il punto di riferimento di tutti i moderati”.
Si parla, almeno in Sicilia, della possibilità di ricomposizione con Ncd. Qual è il rapporto con Angelino Alfano e Renato Schifani, come giudica le posizioni espresse ed è realmente possibile un ‘ritorno all’ovile’ del figliol prodigo?
“In politica non si devono fare questioni personali con alcuno. Io sono sceso in campo per impedire che in Italia si affermassero i comunisti ed ora sono ancora qui perché viviamo in una non democrazia. Renzi non ha mai vinto le elezioni, anzi, non si è mai neppure presentato alle elezioni. Il suo Governo è in piedi per 60 senatori eletti nel centrodestra che hanno tradito il mandato degli elettori. Quello di Renzi è un governo abusivo contro la volontà degli elettori e nega la sovranità popolare. La nostra democrazia è sospesa. In Sicilia c’è grande voglia di Forza Italia e di centrodestra e quindi dobbiamo unire tutti i moderati e ritornare alla guida della regione. Dipende solo da noi perché, ripeto, la Sicilia non è una regione di sinistra”.
Appena qualche giorno fa in Sicilia Forza Italia ha perso un deputato, Giuseppe Milazzo, che ha annunciato, sia pur in modo non ufficiale, il suo passaggio con Renzi. Forza Italia è ancora attrattiva o si corre il rischio di dispersione dei suoi protagonisti verso lidi populisti o verso un’area renziana che tenta di accreditarsi come nuova casa dei moderati?
“Renzi ha una smisurata sete di potere e vuole realizzare l’idea gramsciana di occupazione di tutte le casematte del potere. Colloca suoi uomini dovunque, negli Enti, nelle Istituzioni, nella Rai e perfino nella Guardia di Finanza e nei Servizi segreti. Siamo al preludio di un vero e proprio regime. L’unica forza politica moderata è Forza Italia. Saremmo ancora il primo partito se il suo leader non fosse stato espulso dal Senato e reso incandidabile per mezzo di una sentenza politica paradossale. A causa di questa esclusione molti nostri elettori si sono rifugiati nell’astensionismo perché credono che andare a votare non serva a nulla. Dobbiamo convincerli del contrario, che non andare a votare vuol dire favorire la sinistra o peggio ancora Grillo. I moderati sono la maggioranza numerica e sociale del Paese, devono trasformarsi in una maggioranza politica e di Governo senza disperdere il voto su partitini ininfluenti”.
La prima chiamata alle urne sarà una ‘chiamata ‘impropria’, diciamo così. Il primo test sarà il referendum. secondo lei sarà veramente un test come sembra pensare Renzi anche se non lo dice? Oppure l’esito del referendum non conterà nulla?
“Il referendum sulle riforme costituzionali volute dal Governo segnerà lo spartiacque fra la democrazia e il regime. Una volta che gli Italiani avranno bocciato il suo tentativo di egemonizzare il Paese e Renzi sarà uscito sconfitto dal referendum, il Presidente della Repubblica non potrà far altro che sciogliere le Camere e indire nuove elezioni”.
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