Decine di misure cautelari, sequestri di beni ed imprese per oltre 103 milioni di euro e 11 funzionari pubblici coinvolti. È l’esito dell’operazione Waterfront eseguita dal Comando provinciale della guardia di finanza di Reggio Calabria, con lo Scico, che ha scoperto una serie di appalti pilotati per agevolare la cosca di ndrangheta Piromalli, operante nella piana di Gioia Tauro.

Oltre 500 militari delle fiamme gialle hanno eseguito provvedimenti cautelari personali e patrimoniali nelle province di Reggio Calabria, Catanzaro, Cosenza, Vibo Valentia, Messina, Palermo, Trapani, Agrigento, Benevento, Avellino, Milano, Alessandria, Brescia, Gorizia, Pisa, Bologna e Roma.

Le indagini coordinate dalla Procura della Repubblica Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria hanno evidenziato un sodalizio composto da imprenditori e pubblici ufficiali ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla turbativa d’asta aggravata dall’agevolazione mafiosa, frode nelle pubbliche forniture, corruzione ed altri gravi reati.

Sono state eseguite misure cautelari nei confronti di 63 persone tra imprenditori e pubblici ufficiali, ritenute responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere finalizzata alla turbativa d’asta, frode in pubbliche forniture, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche,  aggravate dall’agevolazione mafiosa. Tra le accuse anche l’abuso d’ufficio e corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio. In tutto sono stati notificati 14 arresti domiciliari, 20 obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria, divieti temporanei di esercitare attività imprenditoriale.

E’ stato bloccato un patrimonio quantificato in oltre 103 milioni di euro costituito dall’intero patrimonio aziendale di 36 imprese/società, e dalle disponibilità finanziarie di 45 indagati. È stat disposto anche il sequestro preventivo finalizzato alla  confisca per equivalente  di beni per circa 9,5 milioni di euro su beni mobili, immobili, quote e azioni di società, rapporti  finanziari e assicurativi intestati a 7 indagati.

L’operazione è l’epilogo di indagini eseguite nei confronti di 57 imprenditori considerati membri di un cartello illecito composto da molteplici imprese, capace di aggiudicarsi,  attraverso turbative d’asta aggravate  dall’agevolazione mafiosa, almeno 22 gare ad evidenza pubblica, in sistematica frode ai danni della Regione Calabria e della Comunità Europea. Le gare turbate bandite tra il 2007 e il 2016 dalle stazioni appaltanti dei Comuni di Gioia Tauro e Rosarno hanno riguardato appalti per un valore complessivo superiore a 100 milioni di euro.