I candidati alla Presidenza della Regione siciliana saranno tanti. Sembra essere questa l’unica cosa certa a sei mesi dalla chiusura del mandato di questo Parlamento e di questo governo. Ad oggi sembra proprio che saranno almeno tre anche se non c’è ancora un candidato del Centrosinistra e nemmeno quello grillino. E’, dunque, ipotizzabile che alla fine in campo non siano meno di cinque.

Ma l’effetto frammentazione potrebbe non fermarsi qui ed alla fine dell’estate chissà con quanti candidati potremmo ritrovarci.

A conti fatti ad oggi è candidato Rosario Crocetta che correrà con il suo movimento; è candidato Roberto Lagalla che non ha ufficializzato ma cerca la sua strada con l’appoggio anche di un ex presidente della Regione ed è candidato anche Nello Musumeci che lo aveva annunciato molte volte e ieri ha messo la parola fine dando il via alla campagna elettorale.

Cominciamo proprio da Musumeci la cui candidatura sembra destinata, suo malgrado, a dividere più che a unire. Accanto a lui c’è l’ex reggente di Forza Italia in Sicilia, il senatore Gibiino e con lui scende in campo anche quello che era stato indicato come l’astro nascente della destra, Stefano Parisi

“Sono molto soddisfatto del risultato di oggi a Palermo. Nello Musumeci – ha detto Parisi – è il candidato del centrodestra alle elezioni regionali in Sicilia. Un momento importante di unità. Gli altri candidati pronti per le primarie hanno deciso di unirsi nel sostegno alla candidatura di Musumeci. Ci auguriamo che anche le altre componenti del centrodestra convergano su Musumeci. Le elezioni siciliane in autunno sono decisive non solo per la Sicilia. Il fallimento della Giunta di sinistra apre la strada alla vittoria del M5S. Solo il centrodestra unito, con un progetto forte e chiaro, può scongiurare questo disastro per la Sicilia e per il Paese. Non è più il momento di divisioni interne legate a personalismi. Oggi la politica deve pensare ai Siciliani”.

“A Palazzo dei Normanni  – ha concluso – si è parlato di futuro, lo si è fatto con la consapevolezza delle potenzialità di una terra straordinaria ma assolutamente non valorizzata. La Sicilia ha bisogno di amministratori di qualità che mettano al primo posto lo sviluppo, ha bisogno di programmazione, di lavoro, di legalità. Presto sarò di nuovo in Sicilia per confrontarmi con coloro che credono che cambiare sia ancora possibile”.

Ma da Forza Italia è subito arrivato lo stop pronunciato dal neo portavoce Gabriella Giammanco: “La fretta non è mai buona consigliera, con la fuga in avanti di Nello Musumeci il centro-destra si preclude una vittoria a mani basse alle prossime elezioni regionali perdendo l’occasione di tornare al governo”

E ancora: “E’ evidente che andando in ordine sparso il centro-destra, molto probabilmente, riconsegnerà la nostra isola a chi fino a oggi ha governato in modo disastroso. Abbiamo il dovere di provare a esprimere una candidatura unitaria. La nostra proposta e’ quella di aprire le trattative per individuare, con serenità e senza veti incrociati, un candidato condiviso subito dopo le imminenti elezioni amministrative di Palermo. E’ chiaro che Forza Italia voglia mettere sul tavolo un suo candidato ma sempre lavorando di concerto con gli altri partiti del centro-destra e senza dettare l’agenda elettorale a nessuno. Cio’ al solo scopo di restituire la Sicilia ai siciliani, con un governo che sappia davvero affrontare le innumerevoli problematiche della nostra regione. Ci auguriamo che Musumeci e i movimenti che lo sostengono possano condividere con noi questo percorso”.

Non poteva mancare la replica piccata di Giusi Savarino “A leggere le parole della Giammanco – si legge nella nota dell’esponente di Diventerà Bellissima –  ci viene da pensare che è stata poco in Sicilia in questi anni, si può mai pensare che sia la candidatura di Nello Musumeci la colpa di una sconfitta alle prossime regionali? Noi abbiamo da sempre ricercato L’Unità, e abbiamo la consapevolezza di avere un’ambizione, che è anche una grandissima responsabilità, quella di avere un progetto politico chiaro, competenze e buone idee per la Sicilia, in questo ha ragione la portavoce di Forza Italia, abbiamo la responsabilità di dare una speranza ai siciliani che cancelli Crocetta e spazzi via il populismo”.

Giusi Savarino sottolinea che Diventerà Bellissima ha “il grande vantaggio rispetto agli avversari, grillini compresi, di aver costruito in questi anni un’alternativa di governo seria, credibile, abbiamo saputo costruire un rapporto di fiducia coi siciliani”.

La portavoce del movimento di Musumeci conclude specificando che “non si può immaginare di scegliere il candidato alla presidenza della Regione un mese prima della presentazione della candidatura, commettendo lo stesso errore di cinque anni fa. Noi non abbiamo come il Pd un presidente uscente ingombrante al quale dover dare la buonuscita il più tardi possibile, per poter sfruttare al massimo le comode poltrone di un fallimentare governo regionale”.

Unico fatto oggettivo che resta è che Musumeci sarà un candidato di Centrodestra ma non il candidato della coalizione. Per questo risultato corre, invece, Roberto Lagalla anche se la scelta di Musumeci di non frenare mette qualche ostacolo lungo il percorso dello stesso Lagalla. Per lui una operazione simile a quella fatta per Ferrandelli a Palermo i cui risultati si vedranno a giugno. Al momento c’è chi lo da in crescita chi addirittura outsider.

C’è poi la sorpresa del Movimento per l’Autonomia che annuncia che non correrà alle prossime regionali. “Il Movimento per l’Autonomia non ha partecipato alla scelta di alcun candidato di alcuno schieramento né al dibattito su come i candidati dovessero essere scelti – dice Roberto Di Mauro – Il MpA non sarà presente alle prossime elezioni con una propria lista e nessun rappresentante del Movimento sarà domani al lancio della candidatura di Nello Musumeci, persona che pure stimiamo per coerenza, impegno ed onestà. Il Movimento ha in programma un proprio incontro regionale il 14 maggio e in quella sede discuteremo delle prospettive politiche e istituzionali dell’autonomia, di federalismo e di indipendenza, nonché del contributo che potremo apportare per dar vita ad una coalizione che possa risultare vincente ed operare nell’interesse della Sicilia”. Sembra che il movimento vada verso l’indipendentismo e in questo caso si unirebbe al coro che non accetta Lagalla.

E a sinistra che succede? Enzo Bianco si è giocata la sua carta ma nessuno sembra aver abboccato così ha deciso di dichiarare pubblicamente il suo ‘no grazie ad una offerta che sembra si fosse fatto da solo. Così spera di spendere un credito nel 2018. Chi sarà, allora il candidato? Al momento difficile fare nomi. Pronti in pista Antonello Cracolici e Davide Faraone ma c’è anche chi pensa che alla fine alla Regione si faccia una scelta simile a quella fatta a Palermo: perdere per perdere forse è meglio mandare avanti Crocetta, azzerare e ricominciare. Ma questo solo se sarà chiaro che la Regione va inesorabilmente verso casa 5 stelle.

Proprio i grillini hanno pronto il programma e il nome del candidato nei corridoi della politica c’è: Giancarlo Cancelleri. Ma a lui serve l’investitura popolare, fatta dalla rete. E quella ancora non c’è. Le tensioni in casa pentastellata riguardano, però soprattutto Palermo e la Regione dovrebbe essere solo lambita.

Corsa a tre, a quattro o a cinque. Molto dipenderà dalle prossime settimane. Fra Primarie del Pd, finanziaria completata e amministrartive, si giocano quasi tutte le partite anche per la Regione.

 

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