Amianto abbandonato in strada e quartiere lasciato all’incuria e all’incedere del tempo: questo è lo stato di Bonagia, area fulcro della terza circoscrizione di Palermo. Proprio a pochi passi dallo sfasciacarrozze improvvisato in cui si è trasformato il sottopasso di Borgo Ulivia, i residenti lamentano ogni qual si voglia genere di disservizio o problema. Aree verdi non curate, marciapiedi dissestati dalle radici degli alberi e mai riparati, abbandono di rifiuti e, in particolare, di eternit. Un rifiuto speciale molto pericoloso per la salute pubblica, soprattutto quando è rotto.
Così capita che fra via San Filippo, via dell’Orsa Maggiore e via Placido Rizzotto si trovino ben tre discariche di questo materiale per la cui rimozione è necessario un iter speciale. Procedura che costa e sulla quale non può intervenire Rap, in quanto è competenza del Comune di Palermo. Ma tra i tanti disagi che vive l’Amministrazione, vi è, come risaputo, anche quello della mancanza o del turnover del personale.
Problemi che si affiancano a quelli relativi ai sottopassi pedonali, per la maggior parte abbandonati ed inutilizzabili. Come nel caso di Borgo Ulivia, passaggio di cui ci siamo occupati ieri. “E’ impossibile attraversare quel sottopasso – evidenzia Mariagrazia Izzo -. Ci sono delle travi cedute, della macchine abbandonate e dei rifiuti. Se sei a piedi, viale Regione Siciliana rischia di trasformarsi in una barriera architettonica per i pedoni. Altrimenti devi dotarti di un mezzo, ma devi superare tutto il traffico che sta investendo l’area del ponte Corleone”.
Scendere all’interno del sottopasso è assolutamente impossibile. Le scale sono rovinate e dissestate. Sulle stesse è possibile trovare una distesa di verde degna di un prato all’inglese, adornata da mobilio e rifiuti abbandonati sul posto da alcuni incivili. Ma questo è un dato marginale rispetto al vero disastro ambientale causato dagli abbandoni indiscriminati. Nella discesa di Borgo Ulivia infatti sono presenti delle carcasse di alcune moto e, addirittura, di un auto. Una Fiat Seicento sventrata di ogni suo pezzo e lasciata sul posto.