A Borgetto le “porte girevoli” del municipio continuano ancora ad aprirsi e chiudersi nell’ottica di trovare quella stabilità politica all’attività amministrativa. Ieri l’ennesima modifica all’irrequieta giunta guidata dal sindaco Luigi Garofalo, in grado di resistere in questi primi tre anni e mezzo di legislatura ad una mozione di sfiducia e alle dimissioni da lui stesso presentate e poi ritirate, con l’ingresso di un “nuovo” assessore per completare il plenum dell’esecutivo.

Il ritorno dell’assessore

Ovviamente “nuovo” si fa per dire. Infatti ad essere stato nominato come assessore è quel Antonino Maltese che era stato già assessore di Garofalo in tempi in cui le acque erano ancora più agitate di adesso, quando per l’appunto aleggiava la mozione di sfiducia presentata ma mai discussa e votata. Rimase per quattro mesi prima di dimettersi. Ma evidentemente il conto politico era ancora aperto e una volta calmate le acque il primo cittadino è tornato a nominare Maltese che sulla carta è un indipendente ma che si dice essere in realtà vicino alla Nuova Democrazia Cristiana di Totò Cuffaro.

Qualcosa cova dalle ceneri

Garofalo in tre anni ha praticamente cambiato quasi tutto rispetto alla formazione politica che lo aveva fatto vincere alle elezioni amministrative del 2019. Ha praticamente abbandonato la sua vecchia maggioranza per operare un ribaltone e farsi accompagnare da Pd e Movimento 5 Stelle, gruppo quest’ultimo che era stato eletto nelle file dell’opposizione. Poi è arrivata la crisi e persino i fedelissimi sono stati accantonati, senza più alcun posto in giunta. Anche qui ufficialmente sono in maggioranza ma i mal di pancia sono tanti. E non è escluso che al più presto scoppino nuove polemiche.

Il percorso tortuoso

Si è arrivati a questo punto in seguito alla mozione di sfiducia che proprio Pd e Movimento 5 Stelle avevano voluto portare avanti con forza. Ma il dietro le quinte della politica spesso riserva clamorose sorprese. Ed è quel che deve essere accaduto, con intrecci e veleni che hanno portato all’attuale ribaltone e a quella mozione di sfiducia mai discussa e votata in aula.

Articoli correlati