“Paolo Borsellino era una persona assolutamente gioviale, simpatica. Lo ricordo con la sigaretta in bocca che non smorzava il suo perenne sorriso affabile. Era una persona sempre pronta a dare indicazioni. Era anche anche rigido se vogliamo, ma era sempre pronto a sostenere quella che era la sua Procura. A Marsala quell’ufficio era composto da tantissimi giovani, qualcuno alle prime armi, qualcuno con un po’ più d’esperienza, ma tutti magistrati da qualche anno appena”.  Massimo Russo ricorda così Paolo Borsellino. Di quella Procura comandata da Paolo Borsellino, Russo era uno dei componenti più giovani.

Oggi Russo è sostituto Procuratore al Tribunale dei Minori di Palermo, ma quei giorni a Marsala, a fianco di Borsellino, a combattere le cosche mafiose della provincia di Trapani hanno lasciato il segno. Anche perchè Russo ha lavorato accanto a Borsellino sino ai giorni dell’agguato, anche se il magistrato aveva lasciato Marsala da un  paio di mesi per tornare a Palermo, nella prima linea della lotta a Cosa Nostra.

Russo ripercorre le strade della memoria. E il suo discorso torna indietro ai primi anni novanta. Quando il suo primo incarico è proprio a Marsala, alla corte di Borsellino.

Da Firenze a Marsala per combattere la mafia a fianco di Borsellino

“Ho iniziato la mia professione proprio a Marsala, dove c’era Paolo Borsellino. Avevo studiato a Firenze. In realtà mi ero volutamente allontanato dalla Sicilia proprio perché avvertivo che era una terra maledettamente complicata.  Poi, una serie di coincidenze incredibili mi hanno riportato a casa. Marsala era l’ufficio giudiziario più prossimo alla mia città, dove Borsellino nel 77 era stato pretore. Il mio primo incarico fu quello di gip presso la pretura. Ero arrivato nell’ottobre del 1989. Dopo due anni  sono passato al piano superiore di quel Palazzo Giudiziario. Era il novembre 91: erano stati proprio il carisma e il fascino di Borsellino a  convincermi a fare la domanda per sostituto procuratore. Così iniziai a lavorare con lui. Sarannomesi intensissimi, belli e di grande impegno Antimafia, una palestra professionale”.

Qualche mese dopo, però, Borsellino viene nominato procuratore aggiunto a Palermo e si lascia l’ufficio di Marsala. E’ il marzo del 92. Il magistrato è entusiasta e motivato di ritornare nuovamente a Palermo, nella sua sede, nella sua città. Nel novembre 91 era entrato in vigore il nuovo assetto ordinamentale organizzativo della magistratura: vengono istituite le Direzioni distrettuali antimafia, grazie all’intuizione di Giovanni Falcone che sarebbe stata tradotta in legge nel 91.

“Con Borsellino restiamo in contatto – ricorda Russo – perché lui voleva sempre essere aggiornato sugli esiti delle indagini che aveva istruito quando era a Marsala”.

“La strage di Capaci gli aveva strappato il sorriso”

La Strage di Capaci cambierà tutto. “L’attentato che costa la vita a Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e agli uomini della scorta inghiotte anche la giovialità, la simpatia e il sorriso di Paolo Borsellino.  Io e la collega Alessandra Camassa lo andiamo a trovare a Palermo tra fine maggio metà giugno. Non siamo riusciti mai a risalire alla data esatta. Lo troviamo totalmente cambiato. Era un’altra persona, sopraffatta, caricata da un pesantissimo dolore e forse anche dalla consapevolezza di essere lui il prossimo bersaglio”.

La confessione di Borsellino a Russo e Camassa

Russo racconta così quell’incontro. “Borsellino stava con una scrivania di fronte alla porta d’ingresso. Alle spalle aveva una finestra. Apriamo la porta ed entriamo. Lui fa il giro per schivare la scrivania. Ci viene incontro. Sulla  destra, c’era un divano. Si lasciò andare. Quasi si buttò quasi su quel divano e, con le lacrime agli occhi, ci disse di essere stato tradito da un amico”.

Per quell’episodio, Russo coltiva un grande rammarico: “Qualcuno ha contestato che queste circostanze le abbiamo riferite soltanto nel 2006. A me rimane il cruccio atroce di non aver avuto il coraggio di chiedergli scusa chi lo avesse tradito. Però bisogna mettersi nella condizione, anche umana, nostra. Eravamo appena trentenni, non abbiamo avuto quella prontezza”.

Dopo quell’incontro, Russo incontrerà ancora una volta Borsellino. Una settimana prima della strage di Via d’Amelio il giudice torna a Marsala per un commiato alla Procura che aveva diretto. “Quell’incontro si sarebbe dovuto tenere prima, ma c’era stata la Strage di Capaci e venne rinviato”.

Massimo Russo ha rilasciato la sua intervista a Talk Sicilia, il programma di approfondimento di BlogSicilia. La trasmissione integrale può essere consultata sulla pagina facebook di BlogSicilia.

 

Articoli correlati