La bufera Ast si abbatte sulla politica e sia il Presidente della regione Nello Musumeci che quello dell’Ars Gianfranco Miccichè sono pronti alla denuncia

Musumeci non ci sta

Il Presidente della regione Nello Musumeci non ci sta e risponde a suon di atti e di denunce al direttore dell’Ast Fiduccia che, intercettato, avrebbe sostenuto che le assunzioni venivano decise dalla politica

L’attacco di Musumeci

“Com’è noto a tutti in Sicilia, il governo della Regione ha formalmente mosso in questi anni tutti i rilievi possibili al direttore dell’Ast, che ho incontrato una sola volta, in riunione al Palazzo Orleans – credo nel 2020 – e al quale ho manifestato pubblicamente tutta la mia disistima, chiedendo al presidente dell’Ast di rimuoverlo. Alla luce delle intercettazioni oggi diffuse, ho dato mandato ai miei legali di presentare una denuncia” scrive senza mezzi termini in una nota il Presidente della Regione.

Il governo ha impedito la commissione di atti illegittimi

“Sono orgoglioso, invece, che nell’ordinanza – ancora una volta – si evidenzi come l’attività del mio governo abbia impedito la commissione di atti illegittimi. Siamo stati contro ogni malaffare e adesso (e nel futuro) emergerà sempre la nostra linearità di condotta rispetto a certe abitudini che, forse, si vogliono dimenticare” aggiunge il governatore, in relazione all’inchiesta che ha coinvolto la dirigenza dell’Ast.

All’attacco anche il, Presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè

E non ci sta neanche il Presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè “Chiedo al signor Fiduccia di indicare alla Procura i nominativi delle persone assunte su mia pressione, altrimenti lo denuncio per diffamazione. Non credo di avere il suo numero di telefono, né mi ricordo come sia fatto fisicamente. Quello di tirare fuori il mio nome sta diventando uno sport insopportabile” dice anche il Presidente dell’assemblea regionale siciliana.

Le intercettazioni della discordia

Lo scontro è figlio di alcune intercettazioni finite nell’ordinanza. Il 3 febbraio 2020 un dipendente dell’Ast dice a Fiduccia, direttore generale finito ai domiciliari, “andiamo bene, ho visto che sono entrate altre persone, quindici persone’, nonché aggiunge che sono stati assunti soggetti che “manco sannu fare a ‘O’ cu bicchiere” (non sanno fare la o con il bicchiere”.  Fiduccia si sposta con il dipendente nella stanza a fianco, dove non ci sarebbero le microspie che invece ci sono  e dice ” ur iuoco forte u fa a politica. Io ne infilo qualcuno, no cà io infilo tutto” (il gioco forte lo fa la politica. Io ne infilo qualcuno, non è che infilo tutto, ndr), precisando che il “contatto” sono “Miccichè o u prisirienti ra Regione…iddi sunnu”. (Giovanni Miccichè, detto Gianfranco è il presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana. All’epoca dei fatti il presidente della Regione Siciliana era invece Nello Musumeci. A questo punto il dipendente chiede chiede se “Dalì non c’entra mente” e Fiduccia risponde che Dalì (vicepresidente del consiglio di amministrazione di Ast) è “con Micciché”.

Le audizioni dell’avvocato Terrano

In precedenza nel corso dell’audizione l’avvocato Giuseppe Terrano, dipendente Ast che aveva presentato diverse denunce, aveva elencato una serie di dipendenti che sarebbero stati assunti grazie al sostegno di noti esponenti politici o influenti gruppi imprenditoriali. “L’architetto Antonino Contorno, nipote di Antonello Cracolici – si legge nell’ordinanza – Giuseppe Iacono, nisseno sponsorizzato da Confindustria, Teresa Salamone, che entrò in Ast tramite Francesco Cascio, Maria Clara Canzoneri, parenti dei costruttori Caltagirone, Giuseppe Montalbano, anche lui entrò tramite Francesco Cascio, Alessandra Marino, vicina al politico Castiglione di Catania”.

Le assunzioni degli interinali

Anche per l’assunzione degli internali la logica utilizzata sarebbe quella dell’appartenenza. Fiduccia nel corso degli incontri con l’agenzia In.Hr Agenzia per il lavoro srl fornisce alcuni nominativi. Nel corso della conversazione emerge che mote assunzioni siano fatte su  “sollecitazioni” da esponenti politici. Inoltre, nel corso degli incontri Fiduccia ammette che diversi soggetti gli sono stati segnalati “dall’assessorato”, dall’Assessorato Regionale alle Infrastrutture ed alla Mobilità. E Fiduccia consegnava l’elenco dei nomi all’agenzia interinale.

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