“Vili e pavidi traditori” li ha definiti il Presidente della Regione Nello Musumeci. Sono i 7-8 franchi tiratori che nel segreto dell’urna hanno scelto di non votare il Presidente della Regione fra i ‘Grandi elettori‘ che la Sicilia manderà a Roma dal 24 gennaio per partecipare alla scelta del nuovo Presidente della Repubblica.

Il tradimento

Si è trattato di un segnale politico. Musumeci è stato eletto ugualmente ma ha ottenuto meno voti del rappresentante dell’opposizione. “Si tratta di quella che in gergo giudiziario si chiama una intimidazione” ha attaccato il Presidente della regione che ha parlato di deputati che si sono ‘vendicati’ perché non si è fatto condizionare. Di richieste inconfessabili o di persone con le quali non vuole avere nulla a che vedere per questioni di ‘igiene’.

Musumeci azzera la giunta

A fronte delle voci di sue dimissioni, però Musumeci riflette e sceglie la strada politicamente più giusta: azzera la giunta e avvia il confronto con i partiti per dar vita ad un esecutivo nuovo di fine legislatura.

La mossa giusta

Con senso di responsabilità Musumeci mette in campo la scelta giusta. Evita di lasciare la Sicilia senza guida in questo momento difficile, riprende in mano la palla e, azzerando la giunta, riafferma che al comando c’è lui, saldamente, ma al tempo stesso crea le condizioni pere il confronto che i partiti chiedono da tempo, ma alle sue condizioni. Insomma mette in campo la manovra che servirà davvero, stavolta, dopo l’elezione del capo dello stato, a rilanciare.

Scoppia la bagarre

La prima ad ammettere il suo voto è la deputata forzista Daniela Ternullo “Non mi sento una disertrice o peggio vile perché non ho espresso la preferenza per Musumeci durante l’elezione in Aula dei Grandi elettori. Non è notizia celata da mistero il mio esclusivo voto per il Presidente Miccichè”.

“Ho votato con coscienza, in modo secco. Per tale motivo ritengo le parole di Musumeci profondamente offensive”.

Ma Ternullo va oltre e chiama in causa la procura “Per quanto mi riguarda invito la Procura ad indagare sulle proposte irricevibili o intimidatorie che la sottoscritta avrebbe formulato al Presidente della Regione. Non penso che ai siciliani interessi chi vada in Parlamento a Roma per l’elezione del Presidente della Repubblica”.

“Invito pertanto Musumeci a lavorare con responsabilità. Per quanto mi compete, finora ho sempre lavorato con impegno, dignità e coscienza. Dunque, che il governatore di una Regione possa solo pensare certe assurdità sui deputati è oltremodo grave”.

Stop agli atteggiamenti di sfida

Sono sconcertato dalle parole del presidente Musumeci, durante e dopo i lavori d’aula. Chi parla è un deputato che è sempre stato leale, con il voto di oggi compreso, verso i siciliani e con la coalizione di maggioranza. Per tale motivo, nonostante il circoscritto momento di rabbia, non posso e non voglio accettare quanto affermato dal Presidente della Regione. Gli aggettivi come “pavido e vile” non sono consone all’istituzione che si rappresenta. Se i mesi che ci aspettano, da qui alla fine della Legislatura saranno quelli prospettati da Musumeci, forse è meglio che si dimetta per andare subito al voto. Lo dico con cognizione di causa, perché non risolve nulla azzerando – in parte – la Giunta. L’unico modo per scongiurare l’inevitabile è un azzeramento degli atteggiamenti di sfida, di chiusura e di supponenza. Serve il dialogo, quello costruttivo, che porta risultati. Nessuno ha paura di nessuno. Sono mesi che auspico un maggiore coinvolgimento di tutti. Dunque perché da parte di Musumeci c’è questa continua esigenza di mostrare i muscoli? Meglio le elezioni anticipate che uno scorcio di legislatura che di fatto imbriglia i siciliani in un gioco al massacro”. Lo afferma il deputato regionale di Forza Italia, Michele Mancuso.

Miccichè torna a parlare degli ‘sciacalletti’

“Il Parlamento ha ratificato il malessere che esiste da tempo nella maggioranza, spero che il presidente Musumeci rifletta e si renda conto che deve interloquire con i partiti e non prendere per buono quello che gli riferiscono quattro sciacalletti, falsando la realtà. Mi spiace per quanto accaduto, sapevo che qualcuno nella maggioranza non avrebbe votato per Musumeci ma non avevo la percezione che avrebbero persino votato per il candidato delle opposizioni: Musumeci rifletta su questo e ripristini il rapporto necessario con i partiti”.

Il Presidente dell’Ars, con uno stratagemma, ha evitato che la bagarre scoppiasse in aula e ha permesso che la situazione sbollisse, almeno in parte “Dalle opposizioni mi chiedevano di riaprire la seduta, ma ho spiegato che in questo clima non potevo farlo”.

L’affondo dell’uomo di De Luca

“Le parole del presidente Musumeci sono oltremodo offensive per tutto il Parlamento e per i suoi componenti che, piaccia o no, sono stati democraticamente eletti e rappresentano il popolo siciliano” dice Danilo Lo Giudice.

“Se vuole proprio essere concreto nel dare una mano alla Sicilia, il Presidente prenda atto di non essere più gradito non solo all’interno del parlamento, ma anche alla stragrande maggioranza dei siciliani e rassegni le dimissioni. Dispiace che in un momento così delicato di pandemia e con i contagi alle stelle, il Presidente della Regione invece di offrire soluzioni ci costringa a discutere di tematiche che sono ben lontane dagli interessi della Sicilia e dei Siciliani”.

“Poiché non faccio parte della maggioranza, non credo che il Presidente Musumeci annoverasse il sottoscritto tra coloro che potevano designarlo quale grande elettore per la Sicilia; tale scelta non è determinata né da “questione di igiene” come lo stesso Presidente perché il sottoscritto non ha mai chiesto nulla di quei sottoboschi governativi, dove di certo risiedono figure ben vicine allo stesso Presidente che oggi si scopre novello della politica.
Musumeci abbia il coraggio di fare nomi e cognomi, di dire quali sono state queste richieste irricevibili e, se è il caso, si rivolga agli organi competenti”.

Il capogruppo 5 stelle

“Musumeci, ha trovato il coraggio di azzerare la giunta solo in occasione del voto per i delegati al Quirinale, colpito nell’orgoglio e nelle preferenze, e non per rimediare a tutto quello che sta accadendo in Sicilia, di fronte al caos in cui ha gettato i siciliani e di cui ha responsabilità politica. Inoltre azzera la giunta e subito dopo annuncia di volerla ricomporre, ma facendo riferimento sempre agli stessi deputati di maggioranza che lui stesso oggi ha duramente attaccato. Un comportamento che equivale a cambiare tutto perché nulla cambi” commenta quel Nuccio Di Paola, capogruppo 5 stelle che gli è arrivato davanti di tre voti.

Musumeci si dimetta

Da Lupo a Fava chiedono le dimissioni de governatore mentre la consigliera di Palermo e presidente di Emily sottolinea come in questa bagarre nessuno si accorge che ancora una volta si declina tutto al maschile visto che anche i grandi elettori saranno tutti uomini.

I giusti equilibri

“La decisione del presidente Musumeci di azzerare la Giunta di governo – afferma Attiva Sicilia – la interpretiamo come un atto teso a fare il punto con la coalizione, un tentativo necessario per trovare gli equilibri più opportuni per chiudere al meglio questa legislatura. Da questo momento il Parlamento siciliano dovrà a sua volta ragionare nell’ottica di privilegiare gli interessi dei siciliani più che quelli dei partiti. Dovremo tutti ricordare che in presenza di una così profonda crisi socioeconomica l’unico obiettivo da perseguire è quello di rispettare il mandato elettorale, creando le condizioni affinché questo ultimo scorcio di legislatura sia qualificante e portando a termine quel necessario percorso di riforme indispensabili per la Sicilia. E con queste premesse, già da oggi, garantiamo l’impegno di Attiva Sicilia”.

Articoli correlati