“La Lega è pronta a esprimere un candidato per guidare la città di Palermo”. Sono le parole che Matteo Salvini lascia dietro di sé dopo una due giorni in città nel segno delle polemiche. Il leader della Lega, che sabato ha presenziato all’udienza preliminare del processo Open Arms che lo vede imputato per sequestro di persona, non si è limitato a venire a difendere le proprie scelte ma, come sua abitudine, ha trasformato l’udienza in una due giorni dal sapore di ‘attenzione civica e di politica’ pur nelle polemiche sulla mascherina con la frase e l’immagine di Borsellino e sull’omaggio in via D’Amelio.

Ma ciò che lascia dietro di sé, più dell’ordinaria polemica, è proprio l’indicazione politica. La Lega esprimerà un proprio candidato per la corsa a sindaco di Palermo e lo proporrà alla coalizione. Ritiene non solo di essere pronta ma ritiene che spetti proprio al ‘Carroccio’ esprimere questa candidatura.

Inevitabilmente il pensiero va al primo dirigente della Lega che ha lanciato l’idea della maturità per un candidato sindaco. E’stato Stefano Santoro, responsabile giustizia della Lega dalle nostre parti, a dire per primo che il candidato deve essere leghista. Lo disse sui social, lo ribadì su BlogSicilia.

E Santoro era accanto a Salvini in via D’Amelio in questa due giorni ed inevitabilmente lo sguardo del cronista politico si rivolge a lui che per primo aveva anche ‘denunciato’ pubblicamente  le convergenze in corso su Scoma o su altro candidato che potesse rappresentare continuità con Orlando, almeno dal suo punto di vista

“E’ vero, l’ho detto e lo ribadisco. E’ in corso una operazione da parte delle forze moderate in chiave anti Lega. Occorre maggiore rispetto per quello che è il primo partito d’Italia” dice Santoro a BlogSicilia

Dunque Salvini ha ‘benedetto’ la sua idea di lanciare nell’agone un leghista per la sindacatura di Palermo

“Ho solo detto quel che era evidente. Sta nelle cose la crescita della Lega e la sua maturità politica per un candidatura. Sono naturalmente felice della conferma da parte di Salvini di questa visione”.

Perchè pensate che la Lega sia la formazione giusta per esprimere la candidatura proprio a Palermo con tutto ciò che divide la concezione stessa leghista da quella di una capitale del profondo Sud” 

“Questi sono stereotipi antichi che certa sinistra continua a usare perchè teme un partito che ormai è di caratura nazionale e che si sta radicando anche qui da noi. E cresce. La maturità politica sta nelle cose, nel percorso di questo partito. I palermitani sono stanchi di una amministrazione che non ha fatto nulla per la città. C’è bisogno di un sindaco forte, che abbia il coraggio di fare scelte di rottura con il passato, che si occupi delle esigenze della comunità palermitana. Infatti non è una questione di uomini. Il candidato di marca leghista avrà un nome a tempo debito. Bisogna partire da subito con i programmi. Penso all’esigenza di azzerare il management di una società come Rap che è la copia sbiadita di quel che fu Amia e che non ha mai funzionato come dimostra l’immondizia per strada. Così come chi ancora si oppone ai termovalorizzatori è rimasto fuori dal tempo ed ha una visione arcaica del mondo che ci porterà in eterno a dipendere da inquinanti discariche. Bisogna intervenire con forza per l’emergenza cimiteriale perchè non si può tollerare  che venga calpestata la dignità anche dei nostri morti; bisogna cancellare provvedimenti vessatori come la Ztl. E poi da ex assessore allo sport  dico che bisogna riprendere in mano la situazione degli impianti sportivi. Attualmente lo sport a Palermo è vietato. Non funziona niente. Il Diamante, il Pala Uditore, lo stesso stadio delle Palme aperto ma in condizioni di fruibilità precaria come la piscina comunale. Potrei continuare all’infinito. Questa città deve ripartire dallo sport, deve farlo con gli  impianti, perchè lo sport è anche crescita sociale e civile”

Parla già da candidato. Non le sembra di correre troppo?

“Assolutamente no, non parlo da candidato ma da dirigente politico di partito. Penso alla mia città ed esprimo tutto il mio disappunto per le sue condizioni. E non dimentichiamoci strade e marciapiedi. Potremmo continuare ancora a lungo. E’ un elenco che potrebbe fare qualsiasi palermitano. Bisogna, inoltre, dare sostegno concreto al settore del turismo, ai ristoratori e ai commercianti in genere in questa città”

Ma non crede che un sindaco ‘moderato’ invece potrebbe meglio rappresentare la città e la coalizione. In fondo siete alleati con formazioni per lo più moderate. Un candidato della Lega non sarebbe un rischio al voto?

“Sono convinto che come la Lega è matura per esprimere un candidato, Palermo è matura per votarlo proprio perchè serve un sindaco forte per rimettere la città sulla carreggiata, sulla giusta via. Sull’alleanza usciamo da qualsiasi equivoco e dal non detto. C’è in corso una iniziativa centrista in chiave anti Lega. L’ho già detto e lo ripeto. Gli alleati dovrebbero portare maggior rispetto al primo partito italiano che attualmente è oltre il 26,7% di consenso, governa e bene 15 regioni e centinaia di città”.

Ma in ballo non c’è solo Palermo. La scelta del candidato entrerà in una trattativa più ampia che riguarderà probabilmente anche la Regione. Girano nomi, oltre che di Francesco Scoma, anche di indicazioni che potrebbe riguardare Roberto Lagalla per Palermo con la riconferma di Musumeci per il secondo mandato alla Regione

“Questa sembra essere l’idea di Forza Italia che sarebbe stata proposta anche nell’incontro avvenuto durante la visita di Salvini. Mi sembra una idea unilaterale avanzata, peraltro, senza ascoltare non solo la Lega ma neanche Fratelli d’Italia. Una idea che fa il paio con il documento dei centristi firmato anche dal prof Lagalla, quella carta dei Valori dei moderati che mette insieme destra e sinistra sempre in chiave anti Lega. Una idea che, come per Scoma, mi sembra in assoluta continuità con la visione di Leoluca Orlando. Forza Italia, un partito al 7% nazionale, vuole guidare la coalizione? Non mi sembra ci siano le condizioni. Ripeto. A Palermo non serve un altro sindaco moderato che non sceglie e lascia cuocere la città nei suoi problemi. Roberto Lagalla, a mio parere, è un caro ragazzo ma non può rappresentare la voglia di cambiamento forte che serpeggia in questa città”

Articoli correlati