Non si danno pace i parenti dei defunti ancora in attesa si essere seppelliti al cimitero dei Rotoli di Palermo. Il camposanto palermitano è stato travolto da una indagine giudiziaria che ha visto nei giorni scorsi il proprio culmine con una avviso di garanzia  notificato all’ex direttore De Roberto. 

“Aspettiamo da aprile”, dice uno dei parenti di un caro estinto, in attesa di un posto al cimitero, come avviene per altre 500 salme. “Aspettavamo un terreno per la sepoltura di mio marito – dice una donna con le lacrime agli occhi -ma dopo tempo ci hanno detto il terreno è stato sequestrato, Abbiamo aspettato ma poi ci hanno dato un’altra via per chiedere il loculo. Non avevo le possibilità di comprare il loculo ma così abbiamo fatto. Mio marito era una persona buona e non se lo meritava di andare sotto terra”.

Al cimitero dei Rotoli da anni ci sarebbe stato un vero comitato d’affari che gestiva l’intera procedura delle tumulazioni. Secondo le indagini dei carabinieri ne avrebbero fatto parte impiegati amministrativi, seppellitori, operai Reset e impresari funebri. Al momento sono stati notificati una decina di avvisi di garanzia e il 2 ottobre l’arresto dell’ex direttore dei cimiteri Cosimo De Roberto che si era dimesso a febbraio scorso quando si è avuta notizia dell’indagine. Su molti della cricca si continua a indagare. Impiegati dei servizi cimiteriali di via Lincoln e operai Reset erano a conoscenza della sezione 58 bis. Un’area gestita senza regole. “Ci penserà dio a fare giustizia”, dice la parente di un uomo in attesa di seppellimento.

Tra gli utenti del cimitero però c’è anche chi protesta perchè ha trovato nella propria tomba salme riposte su decisione dell’amministrazione per ovviare all’emergenza bare. “Siamo andati nella tomba di mia madre ma abbiamo trovato un’altra persona – dice una palermitana -. Non ha avvisato i familiari e questo è un abuso di potere. La tomba di mia madre non la troviamo perché c’è un’altra persone e ci hanno detto che l’hanno rimossa prima del tempo. Dovevano avvisarci nonostante avessero il numero per farlo”. Mentre le indagini della Procura di Palermo, ancora al cimitero regna il caos. “Non hanno rispetto né per i vivi, né per i morti E’ una vergogna”, tuona la parente di un defunto.

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