Carichi di lavoro intollerabili e sproporzionati, carenza di personale, assenza di relazioni sindacali e di politiche di benessere organizzativo. Sono le principali ragioni della protesta di FP Cgil, UilPa, FLP, USB e Confintesa. I sindacati puntano il dito contro i vertici dell’Agenzia delle Entrate in Sicilia.

“Situazione insostenibile in Sicilia”

Secondo le organizzazioni sindacali, quella in atto negli uffici dell’isola sarebbe una situazione di fatto insostenibile che, ormai da mesi, non accenna ad alcun miglioramento. “Siamo giunti alla prima decade di settembre – si legge in una nota congiunta dei sindacati – e non riteniamo più rinviabile l’individuazione di una soluzione, più volte sollecitata, rispetto alle criticità in atto: la pausa estiva non ha portato consiglio alla direzione regionale, che continua a rimanere silente malgrado i reiterati appelli al confronto”.

Carenza di organico e aumento di casi covid

Secondo i sindacati, dunque, è arrivato il momento di coinvolgere la cittadinanza mettendola a conoscenza di quanto accade negli uffici. Alla penuria di risorse umane ed economiche a disposizione, si aggiunge il mancato incremento delle misure di sicurezza da parte della direzione regionale dinanzi alla recrudescenza dei casi da Covid 19, a tutela del personale e dell’utenza.

Il malcontento dei lavoratori

Un clima di dissenso, sconcerto e delusione, quello descritto dalle sigle, già sfociato a Palermo in un primo momento collettivo che, di fatto, segna l’avvio di un percorso di proteste e di assemblee negli uffici dell’isola. La preoccupazione principale dei sindacati riguarda l’organico negli uffici, che subisce un costante depauperamento a causa dei pensionamenti.

Assunzioni non sufficienti

Le nuove assunzioni non sono sufficienti a colmare l’esiguità del personale. “Se la situazione non è precipitata e l’utenza ha continuato a ricevere i servizi, come è giusto che sia – spiegano gli esponenti delle sigle sindacali Michele Morello, Raffaele Del Giudice, Angelo Campo, Dafne Anastasi e Alessandro La Barbera – lo si deve solo ed esclusivamente alla buona volontà, all’enorme senso di responsabilità e allo spirito di appartenenza delle lavoratrici e dei lavoratori che, seppure in condizioni avverse, si prodigano per soddisfare le esigenze dei contribuenti”.

Pronti alla protesta

Le organizzazioni sindacali si dichiarano “pronte ad avviare lo stato di agitazione per tutti gli uffici regionali ma anche a scendere in piazza, laddove necessario, alla luce del silenzio che ancora persiste da parte della direzione”. “Detto ciò – affermano – non ci limitiamo alla protesta ma esprimiamo anche una proposta”. “Vogliamo ripartire, insieme- concludono – con azioni concrete volte ad approfondire, capire e sensibilizzare, con l’obiettivo di cambiare la situazione in atto e rivendicare i diritti di tutte le lavoratrici e i lavoratori, a partire dall’attuazione d’interventi strutturali e investimenti e dall’aumento dei presidi di legalità in Sicilia”.