- La tartaruga caretta caretta Ettore è stata liberata al largo di Palermo
- Era stata recuperata qualche settimana fa dalla Capitaneria di Porto di Milazzo
- Aveva un amo e una lenza nell’esofago
- E’ stata curata al Centro regionale per il recupero delle tartarughe marine dell’Istituto Zooprofilattico
Ettore è tornato nel suo habitat naturale. La tartaruga, curata e riabilitata presso il Cretam dell’Izs Sicilia, ha finalmente riabbracciato il mare.
Recuperata dalla Capitaneria di Porto di Milazzo
La Caretta caretta era stata recuperata, qualche settimana fa, dalla capitaneria di porto di Milazzo. Aveva amo e lenza nella prima parte del tratto esofageo. Al Centro regionale per il recupero delle tartarughe marine dell’Istituto Zooprofilattico, l’esemplare di 20 chili ha ricevuto le cure necessarie per potere tornare in mare.
Accompagnata a largo delle acque palermitane
Ettore, stamattina, è stata accompagnata a largo delle acque palermitane dagli operatori e veterinari dell’Izs, dai giornalisti che non hanno perso l’occasione di riprendere e raccontare il momento della liberazione dell’esemplare, da alcuni appassionati dell’ambiente marino che hanno chiesto di salire a bordo per poter assistere al ritorno in mare della Caretta caretta.
La liberazione della tartaruga è stata organizzata in collaborazione con l’associazione Ciuri Ciuri mare di Palermo e con il comandante Sergio Davì che nella sua prossima missione, da Palermo a Los Angeles, porterà avanti un progetto di collaborazione con l’Izs Sicilia e con il Cretam su tematiche legate all’ambiente e al rispetto della fauna marina e terrestre.
Percorso culturale per la salvaguardia dell’ambiente e dell’ecosistema
“Il Cretam e l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sicilia, da anni – dice il commissario straordinario Salvatore Seminara – seguono un percorso culturale mirato alla salvaguardia dell’ambiente e dell’ecosistema, alla tutela della biodiversità e della biosicurezza della fauna selvatica e marina, e al controllo degli inquinanti ambientali”.
Gli studi del comandante Davì
Da qui nasce la collaborazione con il comandante Davì: “Durante la traversata, che coinvolgerà il versante dell’America Latina, saranno prelevati campioni di acqua marina per valutare l’eventuale presenza di microplastiche e per effettuare l’analisi delle trecce di metallo. Saranno presi in considerazione – dice Davì – siti e riferimenti geografici poco studiati e privi di riferimenti bibliografici, riguardanti l’eco-tossicologia e la conseguente ricaduta sull’ecosistema marino, il benessere degli animali che lo popolano e nel pieno rispetto di un approccio one health, le conseguenti ricadute sull’uomo”.
L’attività specialistica del Cretam
L’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sicilia opera per assicurare la sorveglianza epidemiologica, la ricerca sperimentale ed il monitoraggio degli spiaggiamenti delle tartarughe marine.
In particolare, l’attività specialistica del Cretam, che dal 2013 fa fronte al fenomeno degli spiaggiamenti di tartarughe marine ha il compito di fornire assistenza tecnico-scientifica al Ministero della Salute per l’elaborazione dei piani di controllo, sorveglianza e monitoraggio sul benessere e lo stato sanitario delle tartarughe marine, di curare l’organizzazione di corsi di formazione, di promuovere l’attività di ricerca nel settore di competenza.
Da gennaio ad oggi 30 esemplari recuperati, curati e rilasciati in natura
“Con l’ausilio delle Autorità territoriali – spiega Vincenzo Paolo Monteverde, dirigente medico veterinario dell’Izs Sicilia – le attività del Cretam sono volte alla diagnostica (esami di laboratorio, diagnostica per immagine) alla cura e terapia (chirurgia per la rimozione di corpi estranei dal tratto gastroenterico, ami, lenze e/o materiale plastico) alla riabilitazione degli esemplari recuperati ed alla re-immissione in natura. Nel corso del 2020 sono state recuperate e rilasciati in natura 45 esemplari. Da gennaio ad oggi, invece, sono circa trenta”.
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