Un cane salvato dalla polizia municipale a Carini sotto il nubifragio, legato al collo da una catena senza acqua e riparo. Ora i due proprietari dell’area in cui è stato trovato l’animale rischiano la denuncia.

La segnalzione

Una giornata pesante ieri per i caschi bianchi carinesi. Impegnati con le associazioni di protezione civile e i tecnici della ripartizione Servizi a Rete a far fronte ai problemi collegati alle abbondanti piogge e all’allerta rosso del dipartimento regionale. Nel pomeriggio il comandante Marco Venuti ha avuto modo di verificare una segnalazione pervenuta da via Liegi. Qui, all’interno di un’area privata, gli agenti hanno assistito ad una scena pietosa. Un cane meticcio di grossa taglia, legato con una  catena di circa 2 metri, senza alcuna possibilità di riparo. Era sprovvisto di cibo e acqua ed emetteva continui gemiti di lamento.

Le verifiche

Acquisite informazioni, alcuni cittadini residenti nei pressi confermavano che il cane era in quelle condizioni dal giorno prima. Avvisata la centrale operativa, veniva comunicata la situazione allo stesso comandante che disponeva di informare la Procura. Al contempo è stato avvisato il canile convenzionato per il recupero e il ricovero dell’animale. L’autorità giudiziaria autorizzava gli agenti ad entrare nella proprietà privata. Il cane veniva liberato e salvato, fradicio di pioggia, ormai afono non riusciva neanche più ad abbaiare. L’animale ha “ringraziato” gli agenti a modo suo.

Sequestro e possibili denunce

Il meticcio sottoposto a sequestro penale d’iniziativa, accompagnato al canile, dove è stato pulito asciugato e, finalmente, ha potuto mangiare e bere al caldo. Sono state avviate indagini e già individuati i proprietari dell’area. Ora rischiano la denuncia per maltrattamento e abbandono di animali. Reati che prevedono, rispettivamente, la pena da 3 a 18 mesi di reclusione o multa e l’arresto fino ad un anno o ammenda da mille a 10 mila euro. In aggiunta c’è anche la sanzione amministrativa per la mancata microchippatura del cane. Non riuscendo, per la mancanza del microchip, a risalire al nome, i vigili lo hanno chiamato Giove, come il Dio della pioggia, del tuono e del fulmine, che ieri, evidentemente, lo ha assistito.

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