I vandali a Carini utilizzano dell’olio di semi per creare danni e disagi alle suore cappuccine dell’Immacolata di Lourdes. Qualcuno due notti fa ha imbrattato l’ingresso del convento, i gradini di accesso, la strada antistante e la facciata della chiesa e del convento. In questo modo è stata resa pericolosamente viscida la pavimentazione di acciottolato e di selciato. Ad accorgersi di quel che era accaduto le stesse suore uscendo dal portone laterale dell’attigua chiesa del Purgatorio al Castello.
L’appello dell’arciprete
“Desidero esprimere il mio dispiacere per l’accaduto e la solidarietà alle nostre Suore Cappuccine – ha dichiarato l’arciprete don Giacomo Sgroi -. Manifesto il mio disappunto per l’atto in sé, sia perché è irrispettoso del luogo sacro e della zona medioevale del castello. Sia perché l’olio sprecato è quello distribuito dalla Caritas parrocchiale alle famiglie assistite. La triste occasione ci renda tutti più vigili nella custodia della nostra città, intervenendo con coraggio per educare a comportamenti civili e rispettosi della dignità di tutti”.
Non è la prima volta
Diverse altra volte l’arciprete di Carini aveva denunciato il vandalismo che impera nel centro cittadino carinese. A febbraio dello scorso anno la chiesa di Maria Santissima degli Angeli ai Cappuccini di Carini fu preda di vandali e di “giochi pericolosi”. Venne scoperta l’ennesima irruzione all’interno dell’edificio di culto che da anni non è utilizzato perché la struttura è a rischio crolli e quindi pericolante. Inoltre fu scoperto che alcuni ragazzini, verosimilmente minorenni, si arrampicarono sino al tetto in tegole. Hanno rischiato la vita con questo gesto, dal momento che parliamo di un immobile che va giù a pezzi.
Altri raid
Nel tempo i continui furti e vandalismo hanno depredato proprio questo immobile. I fili elettrici sono stati rubati, il sistema elettrico delle campane distrutto. La vara della Madonna di Fatima e della Madonna dei Casi disperati sono stati danneggiati. I bagni distrutti per rubare il rame e l’ottone e i sanitari fatti a pezzi. Il santuario e i locali sono di proprietà del Fondo Edifici di Culto del ministero dell’Interno.
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