Il mare di un lungo tratto della costa Palermitana torna ad essere balneabile, anche se non formalmente. Nel senso che a Carini, dopo decenni di inquinamento, il mare lungo i 7 chilometri di costa è adesso ufficialmente fruibile, sulla carta quindi balneabile. Bisognerà adesso lavorare sul piano burocratico per chiedere la revoca della “storica” ordinanza di non balneabilità, ed è il fronte sul quale sta lavorando il sindaco Giovì Monteleone. Considerando i tempi realisticamente si potrà riuscire nell’obiettivo la prossima stagione estiva. Carini si appresta ad avere finalmente a disposizione il suo mare dopo una serie di interventi di risanamento.

Gli interventi risolutori

Ad accertare la salubrità delle acque sono stati i principali organi preposti a questo tipo di controlli, vale a dire l’Asp di Palermo e del ministero della Salute. Ci sono poi i prelievi eseguiti da Goletta Verde di Legambiente che hanno confermato la qualità delle acque. A questo risultato si è arrivati con tre interventi mirati: la demolizione di centinaia di immobili sulla fascia costiera che scaricavano in improvvisati pozzi neri ricavati nella sabbia o direttamente sul mare; la graduale e definitiva eliminazione degli scarichi fognari sulla costa in zona Milioti, Predicatore, via Mattarella e cantiere Nautimar; ed ancora la riparazione, la riattivazione e la manutenzione specializzata e il costante monitoraggio del funzionamento degli impianti di sollevamento delle acque fognarie e dell’impianto di depurazione Ciachea da parte dell’ente gestore Amap.

Il sindaco: “Superate grandi difficoltà”

“Non è stato per niente facile e nonostante le feroci critiche, spesso ingenerose – racconta oggi il sindaco Giovì Monteleone -, abbiamo reagito lavorando pazientemente sapendo che stavamo apportando le giuste soluzioni al pluridecennale  problema dell‘inquinamento della costa carinese. Abbiamo continuato e continuiamo nell’azione di demolizione degli immobili sulla fascia costiera, nonostante le battaglie legali, le centinaia di ricorsi in sede amministrativa da parte dei destinatari delle ordinanze di demolizione, gli ingenti costi dei lavori di demolizione e bonifica e l’organico del personale comunale tecnico e amministrativo sempre più ridotto causa pensionamenti e difficoltà di nuove assunzioni”.

L’Amap? “Scelta giusta”

Tra queste feroci polemiche il primo cittadino cita sicuramente quella che è legata all’ente gestore l’Amap. All’epoca in cui il Comune dovette scegliere a chi assegnare il servizio depurativo e idrico ci furono aspre polemiche, in tanti sostenevano la necessità di non “privatizzare” il servizio e di continuare cn una gestione diretta: “Abbiamo fatto la scelta giusta – sostiene oggi Monteleone – quando abbiamo affidato la gestione del servizio idrico e fognario ad Amap, società ad intero capitale pubblico, consapevoli che era l’unica, adeguata, possibile soluzione per gestire complessi delicati impianti dove occorre alta competenza e professionalità ed adeguate risorse economiche”

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