“Secondo me, per risolvere la crisi, Roberto Lagalla dovrebbe azzerare la Giunta e proporre nomi di alto profilo. E poi vediamo chi ci sta“. Il consigliere comunale del Gruppo Misto Carmelo Miceli parla a tutto campo in merito alla crisi che sta riguardando l’esecutivo guidato dall’ex Rettore, messo in croce dalle richieste di rimpasto mosse da Nuova DC e Forza Italia. Un percorso che il primo cittadino non vuol intraprendere, sostenuto su questa linea anche dal gruppo consiliare di Fratelli d’Italia, che vorrebbe rinviare tutto a dopo le Europee. Ma la coperta è corta e, fra gli alleati, gli animi si sono incattiviti, anche alla luce dei movimenti interni già avvenuti al Consiglio Comunale e di quelli che ci potrebbero essere all’orizzonte.

Il consiglio a Lagalla: “Azzeri la Giunta e riparta da nomi d’alto profilo”

In una lunga intervista rilasciata ai microfoni di BlogSicilia, l’ex parlamentare nazionale parte dai malumori che aleggiano sul centrodestra, vedendo come unica soluzione una presa di posizione netta di Roberto Lagalla.  “Questa crisi del centrodestra finisce solo se il sindaco decide di farla finire. Il mio consiglio è che faccia quello che è utile per la città. Dal mio punto di vista, Lagalla dovrebbe andare nella direzione di un azzeramento della Giunta e per l’inserimento di figure d’alto profilo. E vediamo chi ci sta“.

Nell’ottica di un possibile inserimento di Azione all’interno del dibattito sul rimpasto, Carmelo Miceli suggerisce al sindaco di ampliare il suo ragionamento alle forze di minoranza. “Perchè non estendere il ragionamento a tutti?“, sottolinea. E in merito ad un possibile “no” in un simile scenario da parte dei meloniani, l’esponente del Gruppo Misto è chiaro. “E chi lo dice che Fratelli d’Italia debba fare per forza di questo ragionamento? Vedo uno scenario nel quale se il sindaco di Palermo acquisisce il valore della sua autorità, può prescindere da chiunque. Non deve impantanare la città nella logica di equilibrismi politici. Anche perchè il pre-europee e il post-europee sarebbe in caso contrario un bagno di sangue. La coperta, da qualunque lato la si tiri, è corta. E questa cosa si incomincia a vedere”.

Il rapporto con Ferrandelli e il rapporto con Azione

In merito al possibile dialogo fra il gruppo di Azione e il sindaco, Carmelo Miceli si tira fuori da questo ragionamento politico. “A Fabrizio Ferrandelli voglio bene. Mi sostenne quando mi candidai a segretario provinciale del PD. Ma da quel momento in poi, le nostre posizioni non si sono mai più incontrate, nè tuttora c’è una dinamica o un dialogo per cui se Ferrandelli fà un passaggio, io lo seguo. I rapporti di Fabrizio con il sindaco sono i suoi, quelli miei sono quelli di un consigliere eletto all’opposizione e li rimango“.

“Spero che non diventi una manovra da specchietto per le allodole – aggiunge  per tenere a bada le forze politiche di centrodestra. Ferrandelli non è uno stupido. Gioca un ruolo da componente della segreteria nazionale, con una dinamica che lo vedrà partecipare con il suo partito attivamente alle Europee. E’ un soggetto da proposizione e da opposizione”. E poi Miceli aggiunge. “Mi permetto di dire che, al momento, non vedo un’attenzione alla proposizione che potrebbe essere determinante. O fa il sindaco fà salto di qualità o lo ammazza lo stesso centrodestra. Perchè lo fanno galleggiare e basta. Deve sfasciare gli schemi“.

“Non credo alle ‘minacce’ di Forza Italia”

Passaggio chiave per Carmelo Miceli è quello relativo alla contrapposizione, registrata negli ultimi giorni, fra il sindaco e il gruppo di Forza Italia. Una vicenda sulla quale l’ex parlamentare nazionale ha le idee chiare. La scelta di Renzi di spostarsi al centro, pone un aut aut fra questo nuovo centro e il Partito Popolare Europeo. E, in quest’ottica, il PD per primo dovrebbe dichiararsi per primo felice. Un tema sul quale, a mio parere, si dovrebbero interrogare pure i moderati, in particolare le forze democristiane. Quotidianamente assistiamo a plateali incompatibilità fra Nuova DC e Fratelli d’Italia. Se questo ragionamento se lo intesta uno come il sindaco di Palermo, è un ragionamento di dimensioni alte – sottolinea Miceli -. Comprendo la sua vicinanza a Matteo Renzi. Ma se metti l’identità prima dei calcoli, lo devi fare anche per l’Esecutivo. Non ti fare tenere nel guado dai partiti di centrodestra. Il coraggio di buttarlo a terra non lo ha nessuno. Io non credo alle minacce di Forza Italia. Perchè se mai lo mandassero a casa per un posto in Giunta, ne sarebbero massacrati in chiave elettorale“.

Poi un focus sul caso scoppiato in merito al passaggio di Salvo Alotta a Forza Italia. “Da parte di Lagalla, rispondere ad un consigliere come Salvo Alotta è stato un errore gravissimo. E non si dimetterà da presidente di commissione. In questa dinamica, il sindaco cosa vuole fare? Vuole stare a galleggiare? Dalle minoranze abbiamo dimostrato, senza se e senza ma, che si ci sono cose da fare per la città, noi ci siamo. Anche nei confronti degli assessori, questo senso perenne di precarietà non mette nelle condizioni di lavorare. Gli assessori si sentono quotidianamente in discussione. E quando ciò accade, viene meno lo smalto di programmare a medio e lungo termine, perdendoti dietro le emergenze.

Gli avvicendamenti potrebbero non essere finiti

Parentesi, in conclusione, sulle interlocuzioni fra il sindaco e i partiti della sua maggioranza. Un’ottica nella quale Carmelo Miceli invita Roberto Lagalla ad una presa di coscienza. “Quello che manca è la consapevolezza che la colonna portante dell’Amministrazione è Roberto Lagalla, non i partiti. Io non sono convinto che questo centrodestra, senza di lui, avrebbe vinto. E sono altresì convinto che questo centrodestra, al di là delle alchimie, non abbia la forza di mandare a mare questa esperienza politica dopo solo un anno”.

Un marasma, quello a Palazzo delle Aquile, che però, a giudizio di Carmelo Miceli, rischia di non essere terminato. “Se noi iniziamo con le fibrillazioni, che si chiamino rimpasto o sostituzione di assessori, ci troviamo nella condizioni di galleggiare almeno fino alle Europee”. E, a proposito del possibile passaggio di Giovanna Rappa alla Nuova Dc commenta: “Siamo convinti che ci saranno soltanto i passaggi già avvenuti in Consiglio Comunale? Possiamo escludere il passaggio di altri consiglieri comunali di altri partiti? Possiamo escludere la nascita di un nuovo simbolo che possa chiedere un altro assessore? Rispetto a questo, o il sindaco esercita il suo ruolo o ti schiacciano”. Interrogativi che, a breve, potrebbero avere una risposta.

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