C’è aria di rimpasto al Comune di Palermo. Non che non se ne parlasse da prima, il tema è nell’agenda politica della maggioranza da mesi. Ma adesso, rispetto ai mesi precedenti, cresce la pressione e la voglia cambiamento. Ma ‘rimpasto’ è una parola che al sindaco Roberto Lagalla, come è noto, non piace. tanto che, il primo cittadino aveva più volte detto “no” alle forze di maggioranza, in attesa di portare a casa il piano triennale delle opere pubbliche e il bilancio consolidato 2022. Un modo per rinviare la questione a dopo le elezioni europee del 2024, ovvero quasi a metà consiliatura. Ma la mossa di Natale Puma di trasferirsi al Gruppo Misto, in attesa di sciogliere le riserve e, con tutta probabilità, confluire nel gruppo di Fratelli d’Italia, ha cambiato i piani e le prospettive anche del sindaci. Così il primo cittadino, al fine di tutelare la tenuta della sua coalizione, starebbe preparando la sua mossa.

La tensione con Forza Italia

Il passo che potrebbe risultare decisivo verso il rimpasto è venuto dal gruppo di Forza Italia. Si tratta dell’acquisizione di Salvo Alotta. Ma per comprendere le dinamiche bisogna fare un passo indietro.

Tutto inizia con l’addio di Natale Puma agli azzurri. Proprio Puma, infatti, è uomo molto vicino all’assessore Andrea Mineo che con gli azzurri è in ‘freddo’ da mesi ed è anche lui dato, dai rumors, in partenza verso i medesimi lidi di Puma. Le stesse voci dicono approderanno alla fine entrambi a Fratelli d’Italia.

Questo anche perché non è un mistero che Forza Italia da mesi vorrebbe sostituire i suoi assessori, nominati in quota Gianfranco Miccichè al tempo della nascita della giunta Lagalla. E così la sostituzione dovrebbe riguardare tanto Mineo quanto Rosi  Pennino. Ma, nonostante i numerosi appelli, il sindaco, Roberto Lagalla non ha mai dato il suo “si” ad un cambio di assessori.

Ed ecco che, subita la debacle Puma, Forza Italia, dopo la lunga attesa per la sostituzione, ha deciso di togliere gli argini e reagire. Il partito guidato a livello regionale da Marcello Caruso ha così portato a conclusione l’operazione politica, anche quella attesa da qualche mese ma sempre rimasta in stand by, togliendo a Roberto Lagalla uno dei suo alfieri principali in Consiglio, ovvero Salvo Alotta.

Il nodo rimpasto

Per il sindaco si è trattato di una sorta di sgarbo, tanto da chiedere a Salvo Alotta le dimissioni da presidente della V Commissione Consiliare. La reazione degli azzurri è stata immediata. A parlare è stato il coordinatore cittadino Domenico Macchiarella che, senza mezzi termini, è tornato a pronunciare quella parola poco gradita al sindaco: rimpasto. Tutto qui? Non proprio. A sostenere la partita dei cambi in Giunta è arrivata anche la Nuova DC. Nella giornata di sabato, il capogruppo Domenico Bonanno ha dato manforte agli alleati, chiedendo che l’organo esecutivo dell’Amministrazione rappresenti in pieno la volontà dei partiti della maggioranza. Tutto chiaramente al netto delle mosse politiche che si continuano a preparare sotto traccia. Proprio la Nuova DC infatti potrebbe vedere nuovi ingressi, non solo in Consiglio Comunale, dove da tempo il profilo di Giovanna Rappa viene associato dai ben informati allo scudo crociato. ma qualcosa potrebbe succedere anche in Giunta con assessori dati in uscita che potrebbero essere ‘sposati’ proprio dalla dc Nuova.

Si lavora per ricucire la frattura

Una situazione sulla quale gli “ambasciatori” del centrodestra sono già al lavoro. Dopo un primo colloquio informale fra lo stesso Roberto Lagalla e il presidente del Consiglio Comunale Giulio Tantillo, è atteso un nuovo incontro per tracciare la linea per il futuro del centrodestra a Palermo. L’idea del sindaco è quella di non cedere il passo, viste anche le partite aperte su temi caldi come quello delle opere pubbliche e del PNRR. Ma dal centrodestra la pressione cresce sempre di più.

La contromossa di Roberto Lagalla

Così, il primo cittadino starebbe preparando la sua contromossa. Anche nel caso in cui si concretizzasse il passaggio di Giovanna Rappa alla Nuova DC, l’ex Rettore avrebbe una strategia per rafforzare i ranghi di “Lavoriamo per Palermo” e, con essi, la sua posizione. Due le strade che si parano davanti al sindaco in questo momento: pescare dalla maggioranza profili politici che condividano la sua linea moderata e centrista, quindi fare campagna acquisti ma con il rischio di qualche ulteriore tensione oppure cercare fra le opposizioni più propositive e più vicine ideologicamente alle idee del primo cittadino.

La campagna acquisti

E, in questo secondo scenario, a quanto affermano i ben informati di Palazzo Comitini, ci sarebbe stato un dialogo fra il primo cittadino e Fabrizio Ferrandelli. L’ex candidato a sindaco di Palermo si è detto da sempre un consigliere comunale di proposizione e non di opposizione. Una disponibilità al confronto che, in molti casi, ha contribuito a mantenere gli equilibri d’aula e che, oggi, potrebbe dar vita ad un asse che potrebbe rappresentare un colonna di quel soggetto di centro a cui molti guardano. Ferrandelli, oggi componente della segreteria nazionale di Azione, potrebbe contare non solo sull’appoggio numerico di Leonardo Canto ma anche, secondo voci di corridoio, su quello dell’ex deputato nazionale Carmelo Miceli, oggi al Gruppo Misto e molto vicino in passato alle posizioni dello stesso Ferrandelli e a quelle di un ex collega di partito come Davide Faraone. D’altronde lo stesso Matteo Renzi a Terrasini appena qualche giorno fa ha parlato di buoni rapporti con Roberto Lagalla

Un ipotesi nella quale, anche al netto dell’addio di Giovanna Rappa, “Lavoriamo per Palermo” potrebbe riacquistare forza, salendo a ben sei elementi.  Quel che è certo è che nel centrodestra, dopo le onde dei giorni scorsi, l’acqua sembra cheta. Ma, si sa, il mare calmo nasconde i vortici sotto.

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