“I costi dell’energia sono diventati insostenibili, sia per le famiglie ma anche per aziende ed enti pubblici. In particolare, le aziende pubbliche sono allo stremo. Il PD ha fatto una proposta per controllare il prezzo dell’energia soprattutto per quanto riguarda la clausola di salvaguardia. Ho presentato un emendamento a mia firma alla manovra finanziaria, l’unico su questa materia che, nello specifico in Sicilia, sta portando al collasso finanziario enti pubblici, comuni, famiglie, imprese e aziende. Confido che l’intera deputazione siciliana in Parlamento, di sinistra e di destra, al governo e all’opposizione, sosterrà un emendamento di buon senso, presentato proprio per ‘salvare’ chi dalla clausola di salvaguardia del mercato dell’energia rischia, al contrario, di essere stritolato”.

Lo ha detto Anthony Barbagallo, segretario regionale del PD Sicilia e capogruppo PD in commissione Trasporti alla Camera, a margine di un incontro nella sede di Acoset, il consorzio idrico dei comuni dell’Etna, indetto proprio per lanciare l’allarme sul caro bollette.

Le critiche di Confimprese

Critiche qualche giorno fa sui provvedimenti della Finanziaria 2023 contro il caro Energia, insufficienti secondo Giovanni Felice di Confimprese secondo cui le misure adottate faranno lievitare i prezzi. La proposta è un prezzo bloccato a 0,25 €/kW incluso gli oneri di servizio e interventi a favore delle imprese per pagare le fatture già maturate.

Intervenire sul prezzo all’ingrosso dell’energia

“Fino ad oggi la prospettiva nella quale si sono mossi i Governi Draghi prima e Meloni dopo è stata quella d’intervenire sul prezzo finale e non sul prezzo all’ingrosso dei prodotti energetici – dichiara Giovanni Felice di Confimprese – Questa diversa prospettiva trova una ragione nel fatto che l’energia è un SIEG (Servizio di Interesse Economico Generale) come, ad esempio, il trasporto pubblico. Se per i concessionari una tratta rappresenta un servizio in perdita interviene lo stato per coprire il deficit per e garantire un utile proporzionale ai capitali investisti dal soggetto privato. L’energia Elettrica, come il servizio dei trasporti, non è un prodotto qualsiasi che può essere lasciato al libero mercato (circostanza riconosciuta dalla CEE) – spiega ancora Felice – ma rientra tra quei servizi essenziali e necessari al mantenimento della coesione sociale nazionale”. Questa è la considerazione che, per Confimprese basta a giustificare l’intervento statale, così come avvenuto in altri stati europei. Un altro elemento che deve fare riflettere è le modalità di formazione del prezzo.

“Accordi più o meno palesi sui costi”

Le operazioni riguardanti i costi dell’energia passano attraverso il Gestore Mercati Energetici (GME) – di proprietà del Ministero del Tesoro – che di fatto è il luogo in cui avvengono le contrattazioni sul prezzo dell’energia. Lì si forma il PUN (Prezzo Unico Nazionale) che fissa il prezzo all’ingrosso dell’energia. “Appare del tutto evidente – continua Felice – che il limitato numero di produttori può favorire accordi più o meno palesi o quantomeno imprimere “tendenze” dei prezzi che poco hanno a che vedere con l’andamento del mercato. Basta dare una occhiata alle statistiche del GME. “

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