“Le imprese siciliane non usciranno vive da questa crisi. I rincari delle materie prime, l’aumento incontrollabile dei costi dell’energia, del gas, del carburante, l’ennesima tempesta insomma è per noi il colpo di grazia“. Le previsioni sono funeste: 20 milioni di ore di cassa integrazione. “Non ci saranno vie di uscita, non se le imprese resteranno sole e se il governo regionale non interverrà in maniera netta, convinta e drastica”. L’appello viene da Confindustria Sicilia, è rivolto al governo Musumeci ed emerge da un incontro con il vicepresidente della Regione, Gaetano Armao, e il consiglio di presidenza di Confindustria Sicilia.

La richiesta di Confindustria Sicilia

Presenti all’incontro nella sede dell’assessorato dell’Economia il presidente di Confindustria Sicilia Alessandro Albanese e i vicepresidenti di Confindustria Sicilia Antonello Biriaco e Gregory Bongiorno.

Confindustria Sicilia chiede “un unico intervento sulla leva del costo del lavoro. Risorse per la decontribuzione, solo così potremo uscire dall’angolo. Serve un miliardo, non sono soldi che vanno alle imprese ma che servono alla diminuzione del costo dei lavoratori. Questa è la migliore manovra sociale che un governo possa intestarsi, perché solo così potrà salvare la produzione e l’occupazione. Dalle stime in nostro possesso infatti questa crisi alle imprese siciliane costerà 20 milioni di ore di cassa integrazione”. Questa la sintesi che viene fuori dall’incontro alla Regione.

Situazione drammatica per le imprese dell’Isola

La rappresentanza degli industriali siciliani ha esposto l’estrema drammaticità della situazione per le imprese siciliane, soffocate dai rincari energetici, impotenti di fronte alla assoluta mancanza di materie prime e dall’aumento vertiginoso dei loro prezzi, schiacciate da un costo del lavoro insostenibile, incastrate da una burocrazia paralizzante.

La situazione si aggrava per le imprese alimentari, che oltre ai rincari energetici, oltre alla crescita esponenziale dei costi del gas, soffrono l’assoluta irreperibilità delle materie prime.

Rincari spaventosi

I dati sui rincari sono spaventosi: (+37,7% da ottobre 2020 a dicembre 2021, per le non energetiche). L’impennata dei prezzi di gas ed elettricità comporta per la manifattura un fortissimo incremento di costi per la fornitura di energia. Se in Italia nel 2019 il costo dell’energia era intorno agli 8 miliardi, oggi le stime ai prezzi attuali puntano a un balzo oltre i 50 miliardi. Le imprese devono affrontare anche difficoltà nel reperimento di materiali.

Nel 2021 l’assoluta mancanza di materie prime è diventato il principale ostacolo alla produzione Questi problemi sono dovuti a blocchi della produzione legati a lockdown locali (soprattutto in Asia) alla crisi energetica in Cina, alle difficoltà nella logistica dovute all’applicazione di protocolli sanitari più stringenti, alla chiusura del canale di Suez e di diversi porti cinesi, alla congestione dei porti europei e americani, alla carenza di navi e container, e poi il conflitto in Ucraina ha peggiorato  la situazione in Europa, sul fronte della logistica trasporti e della disponibilità di alcune specifiche commodity, esempio il grano. Se queste considerazioni sono valide per il territorio nazionale, per la Sicilia la crisi è amplificata dalla mancanza di collegamenti infrastrutturali idonei. 

La soluzione possibile è una, conclude il presidente di Confindustria Sicilia, Alessandro Albanese: “Una manovra finanziaria di coraggio e visione. Un solo articolo per disporre che le risorse non vengano sbriciolate in micro-interventi a pioggia dal sapore elettorale. Se vogliamo realmente risollevare il Pil dobbiamo intervenire sulla leva del costo del lavoro. Subito tutti i fondi disponibili vengano dirottati sulla decontribuzione o su misure dirette alle imprese per compensare almeno in parte l’emorragia finanziaria legata ai rincari”.

 

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