La guerra sul caro voli non ha tregua, Nuovi scontri tra il governo della Regione e la compagnia irlandese. Un’estate caldissima per i collegamenti aerei in Sicilia.

Prima il costo dei viaggi alle stelle, poi il caos-aerei scatenato dall’incendio di Fontanarossa, adesso la polemica innescata dal decreto varato a Roma per calmierare il caro-voli, rinfocolata dall’ennesima stoccata dell’amministratore delegato di Ryanair, Eddie Wilson.

Già, perché le misure contenute nella legge «Asset e Investimenti» vidimate in settimana dal Consiglio dei ministri e studiate per frenare (solo a certe condizioni) l’impennata degli algoritmi usati dalle compagnie aeree nella definizione dei prezzi, risultano evidentemente indigeste al vettore irlandese, che ieri, per voce del comandante in capo, ha lanciato un messaggio con retrogusto di minaccia: “Se queste nuove regole non verranno ritirate, saremo costretti a ridurre la nostra capacità dalla Sardegna e dalla Sicilia, il che significherà meno passeggeri a tariffe più elevate”.

Poi, dopo avere annunciato il lancio di cinque rotte nazionali da e per Alghero, l’altro fendente diretto al governo, che, “mentre Ryanair guida la crescita con investimenti reali”, secondo Wilson “sta facendo l’esatto contrario, con un decreto sul “price-cap” fuorviante e illegale, che viola la normativa Ue e che avrà la conseguenza di allontanare dalle isole i nostri obiettivi per l’estate e l’inverno 2024”.

Detto ciò, la contromossa della compagnia, “pronta a portare altri due milioni di passeggeri in Sardegna e tre milioni in Sicilia se Roma sosterrà invece le iniziative sulla riduzione dei costi che abbiamo presentato al ministro delle Imprese Adolfo Urso”.

Parole che non potranno non risuonare nelle stanze di Palazzo Berlaymont, a Bruxelles, dove i funzionari della Commissione europea attendono di ricevere i dettagli della legge, per capire se lo stop agli algoritmi lede davvero il diritto comunitario. E fonti del Mimit fanno sapere che il ministro Urso ha ricevuto una lettera di Ryanair che conferma il proprio impegno nel Paese, delineando i propri programmi di sviluppo e illustrando le proprie posizioni sulle norme del decreto Asset. Nella risposta Urso, nel ribadire la piena corrispondenza delle nuove norme al quadro regolatorio Ue, ha confermato la disponibilità a incontrare di nuovo, nei primi giorni di settembre, il ceo della compagnia, e confermato l’intenzione di attivare un tavolo di settore, già nel mese di settembre, al termine di una più ampia agenda di incontri già in atto con i principali vettori aerei.

Nell’attesa, il presidente della Regione, Renato Schifani, mette le mani avanti con una domanda: “Vale più un principio costituzionale o le regole dell’Ue? La Commissione europea potrebbe intervenire per modificare la norma del governo nazionale, che peraltro ho molto apprezzato.

Ma se lo facesse, sarebbe messo a rischio il diritto alla mobilità sancito dall’articolo 16 della nostra Costituzione, che prevede che ad ogni cittadino debba essere garantita ogni forma di libertà di movimento. In questo caso, ritengo che l’Esecutivo dovrebbe adoperarsi per garantire questo principio costituzionale e impedire che si crei una “mobilità per censo”, per cui i ricchi possono viaggiare e i poveri no”. Insieme alla riflessione, arriva anche la frecciata su Ryanair, che «da un lato esalta la libertà del mercato, dall’altro intasca i contributi: dall’aeroporto di Palermo ha ottenuto 15 milioni di euro nel 2022″.

Ancor più duro il coordinatore regionale di Forza Italia, Marcello Caruso, secondo il quale “la reazione scomposta e a tratti volgare dell’amministratore delegato della compagnia non fa che confermare l’arroganza di cui i siciliani e la nostra economia sono stati vittime. Ad essere ingiuste sono alcune malintese politiche di libero mercato, che in Sicilia si sono trasformate malauguratamente in un duopolio», con riferimento al presunto “cartello” Ryanair-Ita denunciato da Codacons e Regione e ancora al vaglio dell’Antitrust. Sulla stessa lunghezza d’onda il senatore Raoul Russo, capogruppo FdI in Commissione bicamerale insularità: «Le dichiarazioni di Wilson mostrano che l’Esecutivo è sulla buona strada per calmierare i prezzi dei voli”.

Intanto, mentre il deputato regionale Pd Mario Giambona liquida come “pura propaganda” l’ipotesi allo studio di Palazzo d’Orleans di istituire un voucher per facilitare gli spostamenti aerei dei siciliani, lo scalo di Catania, conferma Nico Torrisi, amministratore delegato della Sac, la società che gestisce sia Fontanarossa che l’aeroporto di Comiso, “è tornato alla piena normalità”. Uno status quo che non convince appieno il deputato nazionale della Lega, Nino Minardo, perché a Comiso, dopo la fine del caos-voli, “siamo passati dai 40 ai 4 viaggi giornalieri: c’è chi parla di “ritorno alla normalità”, ma che un aeroporto con tantissime potenzialità torni ad essere un fantasma che riappare solo quando Fontanarossa va in crisi è tante cose tranne che normale”.

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