A Casa Minutella va in scena il “Miccichè contro tutti”
- Il presidente dell’ARS Gianfranco Miccichè ospite della seconda puntata del talk show condotto da Massimo Minutella
- Il dibattito in studio con il direttore di Blogsicilia.it, Manlio Viola, collegati in esterna Salvatore Cannata (direttore di Video Regione) e Giacinto Pipitone (Giornale di Sicilia)
Una cosa è certa: della difficile e astrusa arte della politica GianfrancoMiccichè conosce i più profondi e talvolta contorti meccanismi. Il dato politico essenziale- il presidente dell’Ars – l’ha scartato, per la gioia degli spettatori di Casa Minutella, con la stessa smagata finta ingenuità di un bambino con in mano la sua caramella proibita. L’incomparabile guerriglia tra le file del centrodestra, raccontata dalle cronache di politica regionale resta, alla fine dei conti, un fuoco fatuo.
Miccichè: sulle elezioni 2022 pesa la variabile Quirinale
Perché, ha spiegato il leader forzista – rispondendo a una precisa domanda del direttore di BlogSicilia, Manlio Viola – gli scenari politici sono in divenire. Sulle tornate elettorali del 2022, da Palermo a Palazzo d’Orleans, pesa la più ingombrante delle variabili: l’elezione del Capo dello Stato. Un passaggio istituzionale che, secondo la lettura di Miccichè, condizionerà ogni scenario e i relativi equilibri.
Sarà un percorso ad ostacoli. “Partiamo dal fatto che Mario Draghi sta tenendo in piedi l’Italia – sottolinea Miccichè – e la maggioranza che sostiene il governo nazionale ha anche nei fatti pacificato il nostro Paese. La stagione dell’odio contro Silvio Berlusconi è finita”. “Super Mario” in direzione Quirinale? “Ecco, se Draghi dovesse salire al Quirinale, verrebbe meno quel modello di coalizione che non a caso ha preso il suo nome”, spiega Miccichè. Insomma, ci sarebbero ripercussioni a cascata negli assetti e negli equilibri politici anche a livello locale e regionale.
Soltanto tre giorni fa, sempre dallo studio di Casa Minutella, il presidente Nello Musumeci aveva ribadito la sua volontà di ricandidarsi. Miccichè non chiude la porta ma alza degli steccati praticamente insuperabili. Prima di tutto, tira – politicamente parlando, sia chiaro- le orecchie al governatore: ” In quattro anni si sono tenute soltanto due riunioni di maggioranza. Solo perchè le abbiamo chieste noi. Il Presidente Musumeci si vuole ricandidare? Fino ad oggi non ha tenuto in considerazione i partiti, anzi li ha considerati un cancro”.
Miccichè rilancia la palla sul campo delle regole d’ingaggio: “C’è una regola fondamentale: chi vince decide”. Quindi, spiega il presidente dell’Ars, “contiamoci su Palermo, vediamo chi vince e lasciamo che sia il partito che ha ottenuto il maggior consenso ad assumersi la responsabilità di designare il candidato alla Presidenza della Regione siciliana. Sono convinto che Forza Italia sarà il primo partito alle prossime elezioni”.
Miccichè: De Luca? Candidarsi alla Presidenza cantando?
Ed infine, per sgombrare ogni dubbio residuale, sgancia l’arma finale: “Non abbiamo mai preteso una candidatura alla presidenza della Regione siciliana. Questo dimostra la natura dialogante del nostro atteggiamento. Questa volta non ci rinunceremo tanto facilmente”. Sullo sfondo resta la dichiarazione di principio: “L’obiettivo è mantenere l’unità del centrodestra in tutte le competizioni elettorali del prossimo anno”. Miccichè conclude il suo “contro tutti” liquidando con una battuta velenosa la possibile candidatura di Cateno De Luca alla presidenza della Regione: “Candidarsi cantando? Tra il metodo De Luca e il metodo Draghi non ho dubbi, scelto il metodo Draghi”. Il riferimento, per i pochi distratti che non se siano accorti è al tour musicale del primo cittadino di Messina, impegnato in concerti da qui alla fine dell’anno. Ma questa è un’altra storia.
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