Svolta nelle indagini dopo tre anni sulle ossa umane ritrovate nella diga Garcia nel palermitano.

I carabinieri del nucleo Investigativo di Monreale, dopo accertamenti tecnici esperiti dal Ris di Messina, sono riusciti a risalire all’identità della persona, i cui resti sono stati trovati nel dicembre del 2020 grazie ad un pescatore che aveva lanciato l’allarme alle forze dell’ordine.

Secondo le indagini coordinate dalla Dda si tratta di di Salvatore Mulè, scomparso da Camporeale il primo febbraio 2006. La famiglia di Mulè nato il 4 ottobre del 1960 il 27 ottobre del 2016 aveva presentato in tribunale la richiesta di morte presunta.

Vittima di lupara bianca

Mulè, secondo gli investigatori, sarebbe la vittima di un caso di lupara bianca. L’allevatore è nipote di Rosario Mulè detto “manuzza”, morto nel 2014. I due sono ritenuti vicino alla famiglia mafiosa di Camporeale.

Sul mistero delle ossa ritrovate nella diga Garcia le indagini le ha coordinate la Dda segno che la vicenda potesse essere legata a Cosa Nostra. Ipotesi che adesso dopo gli ultimi sviluppi trova conferma.

La prima ipotesi poi scartata

Due anni fa si era ipotizzato anche che potessero essere Antonio e Stefano Maiorana quelli trovati nella diga Garcia tra la fine di novembre e l’inizio di dicembre dell’anno precedente. La vicenda balzò agli onori della cronaca ma gli esami dei carabinieri avrebbero escluso che le ossa trovate sul fondo della diga Garcia siano dei due imprenditori scomparsi nel 2007.

Nuove indagini

Scartata quella ipotesi restava da capire di chi fossero i corpi di due persone con una corda e un grosso masso di cemento accanto. Sono stati trovati anche le parti di una scarpa e una maglietta.

I resti sono affiorati quando il livello dell’acqua si è abbassato. Già allora si disse che i due sarebbero morti attorno al 2000 e quindi prima della scomparsa dei due imprenditori avvenuta a Isola delle Femmine. L‘inchiesta è stata aperta dalla Procura di Termini Imerese ed è rimasta di competenza dei pm termitani, guidati dal procuratore Ambrogio Cartosio. Ora la svcolta con almeno una identificazione