Torna davanti al gip la vicenda di Antonio e Stefano Maiorana, padre e figlio, imprenditori, spariti nel nulla nel 2007 dopo essersi allontanati dal cantiere edile di Isola delle Femmine in cui stavano realizzando degli immobili. Dopo la richiesta di archiviazione per omicidio e occultamento di cadavere avanzata dalla Procura nei confronti di Francesco Paolo Alamia e Giuseppe Di Maggio, la ex moglie di Antonio Maiorana, Rossella Accardo, ha presentato opposizione e il giudice ha fissato per il 10 aprile l’udienza in cui ascolterà le argomentazioni della donna e dei pm.
Secondo i pm, che hanno riaperto l’indagine che in un primo tempo era a carico di ignoti, iscrivendo nel registro degli indagati Alamia e Di Maggio, i risultati investigativi non sarebbero “sufficienti per un proficuo esercizio dell’azione penale”. Nella richiesta di archiviazione, però, la Procura avanza delle ipotesi sulla scomparsa. Antonio Maiorana, prima di sparire, avrebbe ricattato Alamia usando un filmino pornografico che lo ritraeva in compagnia di una minorenne.
Minacciandolo di “farlo finire sui giornali”, scrive la Procura, gli avrebbe estorto la cessione delle quote delle società Calliope ed Edilia che stavano realizzando a Isola delle Femmine. Ai lavori partecipava anche Maiorana che, dopo la cessione, era passato da collaboratore esterno del cantiere a socio.
Il ricatto, per gli investigatori, sarebbe stato il movente del delitto. Tra le prove citate dai pm nella richiesta di archiviazione c’è quanto scritto da Marco Maiorana, il secondogenito di Antonio poi morto suicida, su un giornaletto a fumetti. “Paolo era il suo peggior nemico e doveva pagarla – aveva scritto il ragazzo- Bastava trovare il suo punto debole. Ricattare Paolo e Dario (Dario Lopez, altro costruttore ndr) per avere il 50% delle quote diventò il suo punto debole. Karina (la ex di Maiorana ndr) avrebbe fatto da spalla mentre lui conquistava tutti con promesse di soldi e sollecitando interessi sessuali”. Il ragazzo confessava anche di aver distrutto al memoria del pc insieme a Karina. “Sapevo che quella mattina mio fratello andava a discutere qualcosa di grave ma non sono riuscito a trattenerlo”, concludeva.
Dario è Dario Lopez, altro socio di Alamia, che, sentito dai pm, ha raccontato di aver visto il filmino e di aver saputo che Maiorana procurava donne all’imprenditore. Secondo il pm, i Maiorana, il giorno della scomparsa, vennero attirati in una trappola: fu dato loro un appuntamento da Giuseppe Di Maggio, a Torretta, per vedere un terreno edificabile. Dell’incontro era stato informato Alamia che, lo stesso giorno, avrebbe dovuto vedere Antonio Maiorana. Il giorno della scomparsa, Alamia che dopo la cessione delle quote era sparito dal cantiere, era tornato a dirigere i lavori. Alcuni testimoni, hanno poi riferito che Maiorana sapeva che Alamia aveva portato all’estero soldi suoi e di soggetti mafiosi. Un ulteriore elemento, oltre a quello del video hard, che la vittima avrebbe potuto usare per ricattare l’imprenditore.
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