Corsa alla Presidenza della Regione. Il leader di Sicilia Vera e candidato proprio alla Presidenza, Cateno De Luca, è arrivato oggi a Palermo, per l’esattezza a Brancaccio, nei luoghi dove visse e operò Padre Puglisi.
Il ‘cammino’ di De Luca, come lui stesso lo ha definito, ha preso il via il 20 luglio scorso da Fiumedinisi.
De Luca ha percorso a piedi e in bicicletta oltre 350 chilometri, e visitato oltre 50 comuni.
“Facciamo tutto alla luce del sole”
La scelta di arrivare a Palermo con prima tappa proprio nel difficile quartiere di Brancaccio non è casuale.
“Per noi – dice De Luca – Brancaccio rappresenta un valore e una scelta di vita. Il nostro ingresso a Palermo passa attraverso Brancaccio perché è arrivato il momento di fare tutto alla luce del sole”.
Da ricordare che “Alla luce del sole” è il titolo di un film del 2005, diretto da Roberto Faenza, che racconta proprio la storia di Padre Puglisi (interpretato la Luca Zingaretti), il parroco assassinato da Cosa nostra il 15 settembre del 1993.
De Luca ha visitato il quartiere e la casa museo del sacerdote, proclamato dalla Chiesa beato nel 2013.
Tanti i curiosi che hanno assistito al suo passaggio per la strade di Brancaccio, dove il candidato si è fermato a chiacchierare con gli abitanti.
La politica, la mafia e l’appello
De Luca torna poi sui bisogni della nostra Isola e chiarisce meglio i motivi della sua presenza a Brancaccio: “La Sicilia ha bisogno che venga spezzata questa cappa politico-mafiosa che ha consumato i peggiori delitti”.
Da qui un appello alla classe politica siciliana, alla quale, di certo, De Luca non le manda a dire: “Finitela di riunirvi nelle segrete stanze, finitela di fare le sedute spiritiche, i siciliani devono vedervi. Ed ecco perché siamo qui a Brancaccio, alla luce del sole, vi guardiamo in faccia, vi sfidiamo. Noi vogliamo oggi cambiare la Sicilia ed anche il rapporto tra i palazzi e il popolo”.
I dieci “comandamenti programmatici”
Il programma di Cateno De Luca è articolato in dieci punti, chiamati “comandamenti programmatici”.
Il candidato alla Presidenza della Regione spiega meglio di cosa si tratta: “Sono dieci pilastri, gli elementi valoriali che stanno alla base del nostro impegno, del nostro contratto con i siciliani.
Noi siamo abituati a mantenere i nostri impegni, abbiamo lavorato bene, la gente ci ama perché i nostri impegni li abbiamo sempre mantenuti. Ne è prova il fatto che chi è venuto dopo di me è stato eletto su mia indicazione alla comunità (il riferimento è al neo sindaco di Messina, Federico Basile, sostenuto nella sua corsa a Palazzo Zanca proprio da De Luca, ndr). I nostri comandamenti sono le clausole contrattuali del nostro rapporto con i siciliani. Noi abbiamo la credibilità di poter stipulare un contratto, mentre l’intera classe politica siciliana, che io chiamo ‘banda bassotti’, ormai non può farlo. Io parlo di ‘cambiali cabriolet’, cioè cambiali che a scadenza nessuno ha onorato”.
I bisogni della Sicilia
Da qui la constatazione successiva e le conclusioni: “Infatti il sistema imprenditoriale sta saltando per eccessivo credito da parte della Regione, perché non paga. Noi abbiamo fatto una scelta netta: il nostro primo obiettivo potrà sembrare banale ma non lo è. Vogliamo intanto riportare la Sicilia alla normalità dei servizi, del sistema economico-finanziario, del sistema dei pagamenti, del sistema di assistenza al mondo delle imprese, alle famiglie e ai disabili”.
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