Un “no alla guerra” e un incontro di preghiera davanti alla cattedrale il prossimo 4 marzo. La chiesa palermitana si mobilita contro il conflitto in Ucraina. “In questo momento drammatico e di estremo pericolo per le sorti della pace nella casa comune che è la Terra, – dice l’arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice – sento di condividere con voi i sentimenti più profondi del mio cuore di pastore di questa nostra amata Chiesa palermitana e di vostro concittadino. Già nel 1963, Giovanni XXIII nell’Enciclica Pacem in terris – in un tempo altrettanto critico in cui soffiavano i venti di una terza guerra mondiale – smascherò definitivamente le sempre dubbie ragioni della guerra”.

La guerra la “crisi della creazione”

“Le guerre – aggiunge Lorefice – nel loro impatto reale possono essere valutate solo a partire dalle vittime e dagli innocenti – i profughi, gli sfollati, i morti –, dalla sofferenza e dalla povertà che generano. La guerra, lungo la storia, fin dalle origini, è la crisi della creazione, è la fine dell’umano. Perché chi fa la guerra chiude gli occhi, finisce di ascoltare, chiude le porte al dialogo, pone fine a quell’incontro con l’altro che ci fa uomini”.

La parole del papa

L’arcivescovo ha poi ricordato le parole di papa Francesco a Bologna commemorando Benedetto XV: “La storia insegna che la guerra è sempre e solo un’inutile strage. Aiutiamoci, come afferma la Costituzione Italiana, a ‘ripudiare la guerra’, a intraprendere vie di nonviolenza e percorsi di giustizia, che favoriscono la pace. Noi cristiani, insieme alle donne e agli uomini di buona volontà e agli operatori di pace, ripudiamo questo atto di guerra che si sta consumando in Ucraina e annunciamo la profezia evangelica della pace a tutti: a chi lo ha posto direttamente e alle altre parti coinvolte”.

Necessaria la via del dialogo

“Non ci può essere casa comune – conclude nel suo discorso Lorefice – sulla  base dell’unica ideologia imperante: massimizzare il profitto; concentrare nelle mani di pochi il potere politico, economico, bellico, mediatico e tecnologico; dominare gli altri, individuati sempre e comunque come nemici. Chiediamo che si sospendano le operazioni belliche in atto e riprenda la via del dialogo con l’apporto costruttivo di tutti, delle diverse organizzazioni internazionali e degli organismi mondiali”.

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